Povertà educativa, prorogato il fondo fino al 2027 con 3 milioni all’anno

Un segnale di attenzione arriva dal Parlamento, in maniera bipartisan, sulla volontà di proseguire sulla strada del contrasto alla povertà educativa minorile. La commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato nel decreto legge milleproroghe due emendamenti che prorogano per il triennio 2025-2027 il fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile: si prevede un mini-stanziamento di 3 milioni per ogni anno del triennio per il contributo alle fondazioni bancarie che con i loro versamenti alimentano il fondo.

Gli emendamenti arrivano a firma di Maria Stella Gelmini (Noi Moderati-Centro Popolare) e a prima firma di Vincenza Rando (Partito democratico), riformulati in maniera identica su input del Governo. Il contributo si traduce in un credito d’imposta pari al 75% dei versamenti effettuati; a differenza del passato, tale credito non potrà essere ceduto. Riesce quindi nel decreto legge milleproroghe (che sta completando l’iter parlamentare con il passaggio alla Camera) il tentativo di prorogare il fondo che era fallito nella legge di Bilancio per il 2025 discussa e approvata alla fine dello scorso anno senza l’introduzione della misura.

Gelmini: salvaguardato il lavoro fatto finora da terzo settore, scuole, enti pubblici e privati

«Nel nostro Paese – ricorda Gelmini – oltre 1,3 milioni di minori vivono in condizione di povertà assoluta. Un disagio economico che spesso si traduce in divario educativo, ma l’talia ha il dovere di fermare questo trend. Per non lasciare indietro nessuno e rispondere alle fragilità delle giovani generazioni» afferma ancora la senatrice, aggiungendo che il suo gruppo ha presentato l’emendamento come «misura ‘ponte’ che consente di prorogare il fondo istituito nel 2016, senza mettere a rischio il lavoro fatto finora da terzo settore, scuole, enti pubblici e privati. Iniziative che in questi anni, da Nord a Sud, hanno coinvolto numerose famiglie, portando una luce in tante realtà difficili. Dispersione scolastica e marginalità sociale sono fenomeni drammatici che meritano una continuità d’azione».

L’importanza della continuità dei progetti e dei fondi

Anche la responsabile scuola Pd, Irene Manzi, e la senatrice Dem e vicepresidente della commissione bicamerale Infanzia e adolescenza, Simona Malpezzi, si dichiarano «molto soddisfatte della proroga fino al 2027 del fondo al contrasto della povertà educativa grazie al lavoro di squadra avvenuto in Parlamento tra Pd e Noi Moderati. Bene – aggiungono – che il Governo abbia ascoltato sia la maggioranza che l’opposizione sul tema e auspichiamo che in futuro il finanziamento diventi stabile e che possano essere messe a disposizione più risorse. Sarebbe stato gravissimo se un fondo che negli otto anni dalla sua istituzione ha consentito di realizzare progetti per oltre mezzo milione di bambini e ragazzi fragili fosse stato cancellato con un tratto di penna». Manzi e Malpezzi sottolineano ancora che «si tratta di uno strumento importante e innovativo che, grazie all’alleanza tra fondazioni di origine bancaria, terzo settore e istituzione, ha garantito di operare nelle periferie urbane più difficili, nelle aree interne spesso povere di risorse educative, con bambini e ragazzi colpiti da situazioni particolarmente tragiche. Ribadiamo che contro la povertà educativa occorre dare continuità all’erogazione dei fondi e ci auguriamo che le risorse assegnate ora possano aumentare nei prossimi anni».

L’obiettivo è anche rafforzare la comunità educante

Le due esponenti del Pd ricordano in proposito che è stato presentato in Parlamento «un disegno di legge per il rafforzamento della comunità educante che è lo strumento che consente di mettere in campo interventi strutturali contro la povertà educativa, dando spazio alle iniziative sui territori».
L’emendamento approvato contiene anche alcune misure procedurali: per il riconoscimento del credito d’imposta relativo al 2025, le fondazioni dovranno trasmettere all’Acri entro il 30 aprile, le delibere di impegno irrevocabile al versamento al fondo delle somme da ciascuna stanziate per il sostegno dei progetti da finanziare. A seguire l’Acri trasmetterà l’elenco delle fondazioni finanziatrici all’Agenzia delle Entrate. Le risorse vengono attinte dal fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

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