Violenza sessuale: è un’emergenza mondiale, serve una risposta urgente dal G7

La violenza contro le donne, e la violenza sessuale in particolare, è un’emergenza a livello mondiale, soprattutto tra i giovani. Il tema viene portato, attraverso un convegno internazionale parallelo sulla violenza sessuale e il femminicidio, al G7 Pari opportunità di Matera (che si tiene dal 4 al 6 ottobre).  A organizzarlo è stata Fondazione Pangea con Women Without Violence International Foundation, associazione fondata nel 2023 in Francia che promuove i principi della Convenzione di Istanbul, per l’eliminazione della violenza sulle donne, nel mondo. Simona Lanzoni, vice presidente di Pangea ed ex componente del Grevio per l’Italia, l’indiana Kuhu Das, femminista e attivista per i diritti delle disabili, e la francese Francoise Brié, presidente della Woman Without Violence Foundation, in un’intervista a tre voci con Alley Oop, concordano sulla sulla recrudescenza dei reati sessuali tra i giovani come lo stupro o lo stupro di gruppo, sull’eccessivo uso della pornografia, sulla necessità di una risposta da parte del G7 e di tutto gli Stati.  Servono più risorse finanziarie, più collaborazione, riforme legislative e più impegno nel cambiare la cultura da cui nasce la violenza.

Elaborare una strategia globale comune

«L’dea – spiega Simona Lanzoni – è quella di rimettere al centro dell’attenzione negli incontri politici internazionali importanti il tema della violenza contro le donne e della violenza sessuale che è ancora una delle violenze ‘tabù’, poco denunciata rispetto alla quantità di episodi che si verificano.  Molte non denunciano  o denunciano troppo tardi. Succede in Italia, succede ovunque, e la risposta della recente direttiva europea non è stata sufficiente perché non ha ritenuto una questione chiave quella del consenso e non ha riconosciuto il reato di stupro come reato europeo.  Usiamo allora il G7 Gender Equality per fare un focus sulla violenza sessuale in tutto il mondo, per  lanciare un allarme».

Di fronte a questa emergenza, aggiunge Francoise Brié, «la WWVIF, i cui membri vantano una lunga esperienza in questi campi, ha voluto riunire i migliori esperti, riconosciuti per il loro impegno e professionalità, per una conferenza internazionale, al fine di elaborare insieme una strategia. Il nostro obiettivo è scambiare esperienze e pratiche e, infine, esercitare pressioni sui governi affinché si mobilitino, anche fornendo le risorse necessarie ».   La violenza sessuale è sotto esame in particolar modo perché non ci sono dati precisi visto che è uno di quei fenomeni che difficilmente si riesce a misurare per il tanto sommerso.

In India exploit di violenze e stupri  (+17%)

Un Paese grande come un continente come l’India ha su questo fronte problemi molto gravi.  «La violenza contro le donne – dice l’attivista indiana Kuhu Das –  è in aumento. Il numero dei crimini contro le donne è aumentato di oltre il 30% dal 2014 al 2022. Il numero di stupri denunciati nelle città metropolitane è aumentato del 17% dal 2017 al 2022».  Incremento dovuto, secondo alcuni, alle maggiori denunce, secondo altri a un serio problema che va affrontato. La maggior parte delle ragazze indiane, ad esempio non denuncia gli stupri perché, sottolinea Kuhu Das, i sopravvissuti allo stupro affrontano enormi sfide in termini di status sociale ed economico che includono ritorsioni, umiliazioni e stigmatizzazione nella vita. In India come in tutto il resto del mondo.

Emergenza giovani e giovanissimi

Il bilancio sulla violenza nel mondo e in alcune particolari aree critiche è negativo anche se si guarda ai più giovani, segno che la cultura non è ancora cambiata e molto c’è da lavorare.  In Italia, ogni giorno in media si contano 16 vittime di violenza sessuale, oltre seimila l’anno, al 91% di genere femminile.  Secondo i dati del 2023 della direzione centrale della polizia criminale, il 76% delle vittime di violenza sessuale e il 73% delle vittime di violenza sessuale di gruppo ha meno di 34 anni e il 36% dei presunti autori noti ha un’età compresa tra i 14 e i 34 anni. La crescita delle violenze sulle giovanissime tra 14-17 anni passa dal 24% del 2020 al 27 per cento. In India la violenza sessuale sui giovani è comne, con il 24,7% delle ragazze e il 16% dei ragazzi abusati prima dei 18 anni.

«Evidentemente, la violenza sessuale e altre forme di violenza contro  i giovani – sottolinea Simona Lanzoni – sono in aumento e rappresentano un problema critico in Italia e in tutto il mondo. I social hanno portato una dimensione differente, una percezione diversa anche dei reati, non c’è educazione alla sessualità e al consenso. I ragazzi vengono lasciati sempre di più da soli, Covid e Internet hanno peggiorato le relazioni umane. Non chiedi più ma vuoi, prendi e basta.  Occorre che noi più grandi ci guardiamo dentro e capiamo dove stiamo andando, se è questa la società che vogliamo per i nostri figli. Le risposte non possono essere solo securitarie come sta succedendo ».

 Problema pornografia, più educazione nelle scuole

Il fenomeno della pornografia usata dai più giovani è un tema da affrontare in Italia come negli altri Paesi. «Preoccupa – spiega Brié- la violenza sessista anche tra i giovani nelle loro relazioni, occasionali o di lunga durata, ma anche le molestie sessuali e le forme di violenza ancora più gravi come lo stupro. Ciò solleva la questione della prevenzione e dell’educazione in famiglia, nelle scuole e nelle università: un’educazione non sessista ed egualitaria per ragazze e ragazzi e il rispetto del consenso». In Francia, racconta, si assiste «a un’esplosione dell’uso della pornografia, anche tra ragazzi molto giovani, molto spesso con immagini estremamente violente, sessiste e razziste, senza alcun controllo, divieto o repressione dei produttori o distributori che sfruttano le donne. È una bomba a orologeria per le loro relazioni emotive e per il rispetto per gli altri. Allo stesso modo, gli attacchi contro le donne o le giovani donne da parte dei “branchi” sui social network sono diventati una piaga. L’Italia non è stata risparmiata e dovrebbe rafforzare il proprio quadro giuridico, intensificando allo stesso tempo le campagne di prevenzione rivolte ai giovani, ma anche nei media, vietando pubblicità che diffondono immagini che degradano le donne», conclude Francoise Brié.

Occorrono più risorse, più impegno degli Stati

Più risorse, ratifica della Convenzione di Istanbul da parte di altri Paesi, impegno degli Stati contro i contenuti violenti e pedo-pornografici su Internet. Saranno tra le richieste che partiranno dalla tre giorni di Matera. «Ci sono molte urgenze-  aggiunge Francoise Brié – da affrontare quando si parla di violenza contro le donne, da un lato perché non è realmente una questione prioritaria per molti governi, e dall’altro a causa degli stereotipi sessisti e delle disuguaglianze tra uomini e donne che sono così profondamente radicati in tutte le società. La lotta alla violenza contro le donne dovrebbe quindi essere una priorità in tutte le politiche pubbliche e internazionali. Tutto questo vale anche per il G7, che dovrebbe sviluppare un piano internazionale per combattere questa violenza: ad esempio, impegnando gli Stati di tutto il mondo a firmare e ratificare la Convenzione di Istanbul, e sviluppando un piano per vietare alcuni casi particolarmente sessisti e contenuti su Internet violenti, piattaforme e siti che diffondono contenuti pedopornografici».

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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