Parole e tendenze linguistiche che hanno raccontato il mondo nel 2023

La fine dell’anno è sempre il periodo dove ci si volta indietro e si tirano le somme degli ultimi dodici mesi. Non mi riferisco solo al lavoro e alla vita privata, perché analisi e bilanci coinvolgono diversi aspetti della nostra vita anche digitale, come ad esempio parole e tendenze linguistiche più ricercate online durante l’anno oppure entrate nel nostro vocabolario quotidiano a seguito di fatti di cronaca o geopolitici.

Che si tratti delle domande rivolte a Google o delle query più ricercate, oppure di nuovi neologismi, la semantica (ovvero il ramo della linguistica che studia i fenomeni del significato dei linguaggio) e la neologia (l’insieme di processi che portano alla formazione di nuove parole), cambiano con l’evolversi degli eventi che accadono giornalmente nel mondo.

Cosa avevamo cercato nel 2022?

Nel 2022, per fare solo un esempio, destò particolare clamore il termine rizz, che l’Oxford University Press (una tra le case editrici più antiche al mondo) definì “parola inglese dell’anno”. Il primo a pronunciarla fu il giovane attore britannico Tom Holland (protagonista di Spiderman No Way Home) durante un’intervista. Il significato? Stile, fascino, carisma, allure, ovvero l’abilità di risultare attraente agli altri.

Chi la utilizza oggi? Hanno cominciato i giovanissimi, la cosiddetta Generazione Z. E come si è diffusa? «Non ho assolutamente neanche un po’ di rizz» disse Tom Holland nell’intervista; da lì la svolta anche grazie al tam tam sui social media. Questo per dire come anche le piattaforme di networking rappresentino uno specchio sullo sviluppo della lingua e del linguaggio.

L’evoluzione del lessico

Da diversi anni, Babbel (la piattaforma online per l’apprendimento delle lingue nata nel 2007) analizza i comportamenti linguistici, i termini e le espressioni peculiari entrati a far parte del dibattito pubblico. E lo fa con una sua retrospettiva linguistica, una specie di viaggio nel tempo che analizza alcune delle parole protagoniste dell’anno appena trascorso. Il 2023, per esempio, è stato ricco di avvenimenti che hanno avuto implicazioni anche oltre confine: dall’inflazione al peggioramento dell’emergenza climatica, fino all’escalation dei conflitti geopolitici internazionali.

Ma ci sono state anche tante innovazioni tecnologiche e nuovi trend emergenti, tra la conoscenza sempre più diffusa dell’intelligenza artificiale e il fenomeno “Barbenheimer” (esploso in rete quest’estate) che indicava la fusione di due parole, Barbie e Oppenheimer, ovvero i titoli dei due film più attesi dell’anno che, per una beffa del destino, sono usciti nelle sale lo stesso weekend: “La nostra retrospettiva linguistica raccoglie tutti quei termini che restituiscono un’immagine dei tempi che viviamo – ha spiegato Sofia Zambelli, linguista e curriculum manager di Babbel Live – ma è anche interessante osservare come la lingua e lo slang mutino nel tempo, seguendo l’evoluzione del contesto extralinguistico e portando alla luce sfumature talvolta inattese e sorprendenti”.

Parole e tendenze 2023

Per il clima e l’ambiente, il 2023 è stato un anno da record negativo. A livello globale, il mese di luglio è stato quello più caldo di sempre, con una temperatura media che ha superato i 17°C per la prima volta nella storia. Stesso discorso per gli oceani e i mari, che hanno vissuto il loro annus horribilis sempre nel mese di luglio. Un esempio? Il Mar Mediterraneo ha raggiunto la temperatura superficiale di 30°C (5 punti percentuali sopra la media) mettendo a serio rischio gli equilibri che caratterizzano gli ecosistemi marini. E poi ci sono stati gli eventi catastrofici che hanno interessato varie aree del Pianeta, supportati da un lessico specifico soggetto a variazioni geografiche:

. Wildfire: letteralmente “fuoco selvaggio” (o non domato), parola che viene utilizzata nel modo anglosassone per descrivere in particolare gli incendi boschivi, e che quest’anno, purtroppo, è stata spesso citata dai media nel periodo luglio-agosto e in molte zone del Mediterraneo;

. Stato di emergenza: nel 2023 l’Italia è stata protagonista (suo malgrado) di gravi eventi climatici che hanno reso necessaria l’attuazione di questa condizione giuridica speciale utile a mettere in campo misure straordinarie di protezione dei cittadin* in presenza o nell’imminenza di eventi catastrofici come terremoti, incendi, crisi sanitarie e alluvioni;

. Claràn: nome proprio maschile di origine irlandese attribuito al ciclone che nel mese di novembre si è abbattuto con veemenza su Regno Unito, Francia, Spagna e Italia, portando venti che hanno superato i 200 km/h. Il suo significato è “piccolo buio”.

Tra guerre e violenza

Se il 2022 ha sancito l’inizio della guerra in Europa, il 2023 ne ha non solo caratterizzato la continuazione ma è stato anche teatro dell’escalation del conflitto in Medio Oriente, cominciato il 7 ottobre con l’azione terrorista di Hamas che ha innescato reazioni in tutto il mondo. Le ripercussioni di questi avvenimenti in Italia uniti al crescente e pulsante dibattito sulla violenza contro le donne, hanno portato ad un rapido adattamento del lessico:

. War fatigue: letteralmente “affaticamento da guerra” o “stanchezza da guerra”, un’espressione che negli ultimi mesi è apparsa con frequenza nei media internazionali in relazione alla guerra in Ucraina, anche nelle varianti “Ukraine war fatigue” e “Ukraine fatigue”. Il riferimento è al progressivo disinteressamento da parte dell’Occidente nei confronti delle sorti dell’Ucraina;

. Ceasefire: letteralmente “cessate il fuoco”, espressione inglese adottata in tutto il mondo in seguito all’aggravarsi della situazione palestinese nell’autunno 2023. Chi invoca il ceasefire chiede che vengano sospese tutte le attività militari per un determinato periodo di tempo nella zona colpita dal conflitto. Questo provvedimento può essere dichiarato unilateralmente o negoziato tra le parti in conflitto e mira a garantire la pace, almeno temporaneamente;

. Mamma, distruggi tutto: “Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto”: recita così la poesia dell’attivista peruviana Cristina Torre Càceres divenuta virale a metà novembre dopo la notizia della morte della ventiduenne Giulia Cecchettin, l’ennesimo assassinio di una donna registrato come il 103esimo femminicidio in Italia nel 2023, che ha spinto molti attivisti, soprattutto donne, a chiedere l’impegno immediato di governo e cittadin* nel contrastare questa piaga profondamente radicata nella società.

Gli altri temi dell’anno

L’evoluzione del lessico nel 2023 non ha riguardato solo tematiche come guerra, violenza sulle donne ed eventi climatici. C’è stato spazio anche per la tecnologia, il gossip, gli animali, le notizie dal mondo, il cinema e la musica leggera internazionale. Babbel ha fatto una selezione tra le parole più utilizzate. Eccole:

. Deepfake: con il boom mediatico dell’intelligenza artificiale e il lancio di nuovi strumenti accessibili al pubblico, si è diffusa una grande quantità di neologismi. Tra questi, il termine deepfake ha fatto il giro del web quando hanno cominciato ad apparire online video e immagini manipolate digitalmente per sostituire in modo convincente le sembianze di una persona con quelle di un’altra. Secondo Babbel, il termine è una “parola macedonia” (frutto della fusione di due termini distinti) che unisce deep learning (tecnica di machine learning con la quale il computer impara a fare ciò che è naturale all’essere umano) e fake (falso, contraffatto);

. Coronation: parola comparsa qualche settimana dopo la morte della Regina Elisabetta II d’Inghilterra e che fa riferimento al 6 maggio 2023, giorno in cui il Principe di Galles e Conte di Chester è stato incoronato come Carlo III, Re del Regno Unito e di tutto il Commonwealth.

. JJ4, Amarena e Bambotto: sono i nomi delle orse (JJ4 e Amarena) e del cervo (Bambotto) protagonisti di alcuni brutti episodi che hanno riacceso le discussioni in merito alla convivenza tra animali selvatici ed essere umano e all’impatto del cambiamento climatico sull’habitat di molte specie, suscitando un forte dibattito e sgomento da parte di una grande fetta dell’opinione pubblica;

. Punaises: parola francese che identifica le cimici dei letti, una specie animale che sta tormentando la Francia. Curiosa l’origine del nome che secondo Babbel deriverebbe dal latino putinasius (che puzza), a sua volta costituito dall’unione delle parole putere (puzzare) e nasus (naso). Il riferimento è all’odore sgradevole spesso associato a questi insetti;

Fra cinema e musica

. Swifties e Taylor Tax: e arriviamo alla musica con questi due neologismi che identificano la popstar internazionale Taylor Swift. Swifties indica la comunità dei fan della cantautrice, parola che dal 2017 è diventata un marchio registrato, con l’artista che si è occupata personalmente della questione per assicurare al suo pubblico un particolare status e un’identità nel panorama mediatico. Taylor Tax, invece, è un termine nato in seguito al problema del costo di alcuni biglietti dei concerti rivenduti a cifre esorbitanti, e indica uno strumento atto a contrastare questo tipo di speculazione tipica del mercato secondario musicale. Il significato? La mancata dichiarazione dei profitti derivanti dalla rivendita dei biglietti dei concerti;

. O’ Mar For (Mare Fuori): è stata una delle serie televisive italiane con maggior successo nel 2023, perché ha offerto uno scorcio sulla vita in un Istituto Penitenziario minorile di Napoli, analizzando le molteplici sfaccettature del capoluogo campano e della sua cultura. Il nome della serie è tratto dalla sigla (O’ Mar For), cantata in dialetto napoletano dall’attore Matteo Paolillo). Due curiosità: la canzone, che vanta oltre 45 milioni di ascolti su Spotify, si apre con un’altra espressione ormai entrata nella cultura pop, “Appicc n’ata sigarett…” (accendi un’altra sigaretta) e l’uscita della terza stagione con gli aggiornamenti sulla quarta, ha catturato l’attenzione dei media e conquistato milioni di telespettatori. Inoltre, la popolarità della serie è stata tale da aver ispirato anche un musical, attualmente in tour nei principali teatri italiani, e contribuito in maniera significativa alla popolarità di Napoli come meta turistica. A confermarlo sono i dati di una ricerca condotta da eDreams che, dopo la messa in onda della terza stagione, ha registrato un incremento complessivo del 16% di prenotazioni per Napoli e un 21% in più delle ricerche in tal senso nel periodo precedente la messa in onda.

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