In Italia per la prima volta nel 2021 il numero dei reati a danno dei minori supera quota 6mila: 6.248 casi, il 64% ai danni di bambine e ragazze, con un balzo dell’8% rispetto al 2020 e dell’89% rispetto al 2004, quando i casi erano 3.300. I dati, elaborati dal Servizio Analisi della Direzione Centrale Polizia Criminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2022, arrivato all’11esima edizione. Il rapporto era stato lanciato in occasione della prima Giornata mondiale delle bambine, proclamata dall’Onu l’11 ottobre 2012. “Conflitti, pandemie e cambiamenti climatici appaiono oggi i Cavalieri dell’Apocalisse, capaci di innescare un dietrofront drammatico nella condizione delle bambine e delle ragazze in tutto il mondo”, si legge nel report, che prende in esame varie problematiche in diversi Paesi: dagli aborti alle gravidanze precoci alla violenza di genere, dalla scuola al lavoro.
Sul fronte della violenza “il dato allarmante in Italia è l’incremento dei reati intrafamiliari e di natura sessuale, soprattutto la violenza sessuale aggravata”, ci spiega Paolo Ferrara, direttore generale Terres des Hommes Italia. I casi di violenza sessuale e di violenza sessuale aggravata (quest’ultima +136% rispetto al 2004 e + 41% rispetto al 2020, è la fattispecie che con la legge Codice Rosso dovrebbe assorbire tutti i reati di violenza) arrivano a 1.332, record assoluto, con l’88% delle vittime di sesso femminile. I reati in ambito domestico, ossia i maltrattamenti contro familiari e conviventi, si attestano a 2.501, con un aumento limitato al 5% rispetto al 2020, anno della pandemia, in cui era stato toccato il livello più alto con 2.337 casi. Rispetto al 2004 la cifra è in aumento del 233%. Anche in questo caso, la prevalenza si conferma a danno di bambine e ragazze (54%).
Quali sono le cause di questi incrementi? “Uno degli aspetti che possiamo mettere in luce è che oggi probabilmente c’è una maggiore consapevolezza in famiglia e nella comunità rispetto alla possibilità di denunciare alcuni reati – precisa Ferrara – le stesse vittime, soprattutto le donne e le ragazze che subiscono violenza sessuale aggravata denunciano con più facilità di un tempo, si sentono più protette e sicure, anche grazie al lavoro di formazione che è stato fatto per tutti quegli operatori che lavorano con le ragazze e le bambine. Inoltre in famiglia c’è una maggiore attenzione rispetto ai segnali di violenza”. La speranza dunque è che sia diminuito il sommerso e sia aumentata la capacità del sistema di monitorare i reati. Per contro però – aggiunge il responsabile Terres des Hommes – vi è un aumento dei reati, a fronte delle maggiori tensioni sociali e di un contesto culturale ancora dominato dalle discriminazioni di genere. Non è facile sapere quali due fattori – emersione e incremento – incida maggiormente.
La situazione è allarmante perché l’aumento dei reati di violenza sessuale e violenza sessuale aggravata è un fenomeno in costante crescita. Nel 2021 l’incremento era atteso, perché la gente è tornata a uscire dopo i lockdown e le restrizioni del 2020, ma non in maniera così elevata. Inoltre l’età delle vittime sta calando, vi è un numero crescente di ragazze sotto i 14 anni vittime di violenza, soprattutto di gruppo. In merito ai reati intrafamiliari, Terres des Hommes si aspettava una diminuzione o una stabilità.
In tutti i reati a sfondo sessuale considerati, la prevalenza delle vittime è largamente di genere femminile. Così come per la detenzione di materiale pornografico e la pornografia minorile – reati in calo rispetto al 2020 ma in rialzo di oltre il 400% dal 2004 -, per gli atti sessuali con minorenne (+18% dal 2020) e la corruzione di minore, per la prostituzione minorile (+16% dal 2020).
Sul fronte del lavoro, nel 2021 l’Italia si conferma il Paese europeo con la quota più elevata di Neet. Come rileva l’Istat, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono il 23,1%, in flessione rispetto al 2020 ma in rialzo dal 2019. Per le donne la percentuale arriva al 25%. Tra i 30 ai 34 anni le neet sono il 38%, a fronte di un 18,5% dei coetanei uomini. A livello generale, Terres des Hommes segnala un arretramento consistente su vari temi. Il più significativo – ricorda Ferrara – è che “nei prossimi anni attendiamo un aumento delle mutilazioni genitali femminili, per il venire meno delle attività di prevenzione nelle scuole e nelle comunità. Ma soprattutto un incremento da qui al 2030 di 8- 10 milioni in più di casi di matrimoni precoci, rispetto ai 100 milioni stimati in precedenza”. I motivi: la crisi economica scatenata dal Covid, la decisione di molti governi di chiudere le scuole per mesi, i conflitti e la povertà crescente che hanno gettato moltissime famiglie nell’incertezza. Tutti fattori che aumentano la disparità, la discriminazione di genere e la violenza. La situazione allarmante è dunque il frutto di tre fattori, ricorda il direttore generale di Terres des Hommes: “Pandemia, conflitti crescenti anche in Europa con la guerra in Ucraina e le conseguenze legate ai cambiamenti climatici che colpiscono i paesi più poveri”.
Il mondo dello sport, secondo il dossiere indifesa, è uno degli ambiti da tenere sotto osservazione a proposito di abusi su minori, ma è anche risorsa per l’empowerment femminile e per favorire la parità di genere. Una rilevazione in 6 Paesi europei (Austria, Belgio, Germania, Romania, Spagna, Gran Bretagna) ha contestualizzato il fenomeno: il 75% di atlete e atleti ha riferito di aver subito almeno una violenza prima dei 18 anni (per il 44% emotiva, 37% fisica, 35% sessuale senza contatto fisico, 20% con contatto fisico), la maggioranza non ha denunciato e solo il 4-6% ha chiesto aiuto in ambito sportivo. A breve sarà lanciata a in Italia la prima ricerca nazionale sugli abusi nello sport, una ricerca promossa e ideata da Change the Game, con la collaborazione di Terre des Hommes e altri enti e partner impegnati sugli aspetti sociali dello sport come il Vero Volley e la Fondazione Candido Cannavò.
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