“Non ci sono sport da maschi e sport da femmine. Lo sport è uno e vale per tutti”.
Quante volte lo avete sentito dire? Sì, decisamente troppe. Ma c’è qualcuno che non si ferma alle parole e procede con i fatti. Daria Braga è il direttrice di Laureus Italia, una fondazione che “si impegna per sostenere minori che vivono in condizioni di forte deprivazione economica e sociale attraverso il potere dello sport ”, come cita testualmente il sito della onlus, già dal primo clic molto d’impatto. Ora una nuova opportunità di cambiamento arriva attraverso la partnership con Nike. A Milano, Nike e Laureus Italia, infatti, lanciano #MADETOPLAY per promuovere l’accesso alla pratica sportiva per le bambine e far crescere le donne di domani.
“Il progetto Made to Play è un impegno per promuovere l’attività sportiva per i bambini e le bambine. – ci racconta Daria Braga – La Giornata internazionale delle bambine celebra le giovani che sono portatrici del cambiamento generazionale. A questo programma parteciperanno 200 bambini, dai 7 ai 14 anni. Metà femmine e metà maschi, esattamente come gli allenatori e le allenatrici. Il progetto avrà inizio in 2 delle aree di Milano, Gratosoglio e Gallaratese, dove già siamo molto attivi con la Fondazione Laureus e dove intendiamo inserire l’attività sportiva in un percorso psico-educativo. Le periferie sono lo specchio delle problematiche come povertà e disagi familiari e, lavorandoci da tempo, ci siamo accorti come lo sport sia un veicolo straordinario in grado di coltivare la resilienza dei bambini, in particolare e quella al femminile”.
L’impegno quotidiano della Fondazione Laureus è quello di guardare un bambino negli occhi e provare a trasmettergli fiducia in sé stesso e nel futuro anche se proviene da un contesto difficile o da una famiglia complicata. “Tramite lo sport raccontiamo ai bambini che ci sono tutte le risorse dentro di loro per diventare dei grandi sportivi e degli ottimi cittadini e che sono gli artefici del proprio destino”. Daria Braga ce lo dice con quella luce negli occhi che nulla ha a che fare con un leggero raffreddore stagionale.
La direttrice di Laureus ha messo il suo impegno e la sua passione a disposizione di una crescita sociale necessaria, iniziata a Milano, la sua città: “non riesco a nascondere il mio accento milanese”, dice scherzando. “Nel 2018 abbiamo risposto a un bando Nike, atto a sostenere lo sviluppo di comunità caratterizzate da povertà educative. Noi abbiamo presentato un progetto con il softball nei quartieri del Giambellino e di Quarto Oggiaro con 40 partecipanti, tutte ragazze e tutte dalle etnie diverse. Alice Ronchetti, giocatrice della Nazionale di softball, si è messa a disposizione per fare l’allenatrice. Questo fu il primo approccio con Nike con cui poi abbiamo progettato Made to Play” racconta Braga, continuando poi: “Dobbiamo abbattere la barriera culturale che accosta lo sport a una pratica dedicata principalmente al genere maschile. In periferia con le enormi difficoltà economiche che ci sono, se una famiglia deve scegliere a quale figlio far praticare sport, generalmente la precedenza va al maschio. Bisogna arrivare alle scuole dove c’è una forte necessità di formazione e di una rete di collegamento tra insegnanti e società sportive, dove vanno formate figure di leadership, come le allenatrici e gli allenatori che facciano da esempio e che creino un luogo sicuro dove le bambine possano esprimere le loro peculiarità. Il percorso formativo e di accompagnamento prende vita grazie all’inserimento di figure professionali come gli psicologi dello sport messi in campo dalla Fondazione”.
Pensieri e parole costruttive quelle di Daria Braga che sa benissimo quanto un esempio convincente possa creare la giusta dose di emulazione.
“Una bambina deve sapere che può fare la sportiva di professione. Lo sgravio su contributi assistenziali e previdenziali per le società sportive femminili per le prossime 3 stagioni è un primo passo, è un buon inizio. Noi vogliamo lavorare sulla identità femminile, cerchiamo di valorizzarla attraverso le nostre ambasciatrici come Valentina Diouf (pallavolista Nazionale italiana e Atleta Nike) che sono in grado di dare forma a un sogno” sottolinea Braga, concludendo infine: “ll tema centrale è sempre la scuola, dove l’educazione sportiva è in ritardo. Noi monitoriamo tutti i risultati dei bambini e attraverso l’osservazione vediamo i progressi. Questo vale anche per gli allenatori valutati non solo nella gestione tecnica ma anche in quella relazionale. L’anno scorso abbiamo creato dei percorsi di innamoramento allo sport. Abbiamo messo in scena uno spettacolo al teatro Asteria con 300 bambini di prima media. Un’attrice sul palco da sola con un ostacolo ha raccontato la storia di Ondina Valla. Tutti i bambini hanno ascoltato per un’ora intera in silenzio. E’ stato davvero commuovente”.
Perché lo sport ha il potere di determinare il vero cambiamento sociale.