Se si potesse calcolare con metodo scientifico il coefficiente di beatlesianità di una coppia, mia moglie e io raggiungeremmo un punteggio altissimo. Eppure vi confesso che certi giorni – di fronte all’ennesimo ascolto di «Rubber Soul», imposto in auto dai nostri bambini – persino noi protestiamo. Cosa vi aspettate? Quando si sposano due grandi fan dei Beatles, è molto probabile che dalla loro unione nascano fan dei Beatles. Allargando il discorso: quando si sposano due grandi appassionati di musica, è molto probabile che generino appassionati di musica. Probabile, ma non scontato. Almeno a giudicare dalle numerose richieste di consigli da parte di amici che vorrebbero «riprodurre» il modello a casa loro. Vorrebbero spingere i loro ragazzi verso lo studio di uno strumento, oppure soltanto verso un ascolto più consapevole.
«C’è la classica, il jazz, il rock. Perché mio figlio va pazzo per la trap?», è la domanda retorica che spesso ci si sente porre. Rispondere non è mai semplice, perché non esiste un vero modello, non c’è un metodo. Esiste la passione che è come il coraggio di don Abbondio e il capolavoro di Richard Lester: non tutti ce l’hanno. E, intorno alla passione, devi provare a costruire un confronto. Per spingere tuo figlio verso un ascolto consapevole, devi prima di tutto imparare ad ascoltarlo. Che, in nove casi su dieci, significa rispettarlo. Facciamo così: più che consegnarvi un metodo, vi consiglio cinque canzoni. Ciascuna si porta dentro una specie di lezione. Partite da qui. Magari funziona.
Make the music play
Classico della premiata ditta Burt Bacharach-Hal David, interpretato da mezzo mondo a partire dalla divina Dionne Warwick. Se volete che vostro figlio si appassioni alla musica, è bene che abbia la musica che gli suona attorno. Ascoltatene tanta a casa, possibilmente di qualità.
Teach your children
Capolavoro di Crosby, Stills, Nash & Young che porta la firma di quel sognatore inguaribile che risponde al nome di Graham Nash. Il pezzo parla proprio della difficile trasmissione di ideali da una generazione all’altra e c’è un verso in particolare che fa al caso nostro: «feed them on your dreams». Nutriteli dei vostri sogni, degli artisti e della musica che vi ha fatto sognare. Se non la capiscono, provate a raccontare loro perché vi piace, cosa la rende eccezionale, le sensazioni che suscita in voi. Se il vostro entusiasmo è sincero, non resteranno indifferenti.
Play with fire
Singolo dei primi Rolling Stones in cui un giovanissimo Mick Jagger invita il proprio interlocutore a non scherzare col fuoco. Esattamente il contrario di ciò che sarete chiamati a fare voi: non abbiate paura di confrontarvi con i vostri figli sulle scoperte musicali che hanno fatto in autonomia, anche se significa scherzare col fuoco. Il confronto è sempre arricchimento.
Wild Thing
I vostri figli sono attratti dal comportamento oltraggioso dell’ultima trapstar? L’ultima cosa che dovete fare è rifugiarvi nel moralismo. Indignarvi non serve: la trasgressione è la benzina che fa girare la ruota delle passioni musicali giovanili, dai tempi di Elvis a questa parte. Spiegate loro piuttosto che ogni generazione ha avuto le sue «cose selvagge» («Wild Thing», come la hit dei Troggs sulle cui note un sublime Jimi Hendrix diede fuoco alla chitarra a Monterrey). Magari giocate al confronto tra le cose selvagge di ieri e quelle di oggi. Chi vince, secondo voi?
Come Together
Consiglio finale che, in un certo senso, li contiene tutti: il profetico John Lennon di «Come Together», il pezzo che apriva «Abbey Road», l’ultimo (vero) album dei Beatles. Nel senso di venirsi incontro, riconciliarsi, in un certo senso procedere assieme nella scoperta di cose nuove. Vi siete mai scambiati le playlist di Spotify? No? Fatelo. I vostri figli sono mai stati in un negozio di dischi? Portateceli. Strimpellano qualche strumento come facevate voi qualche anno fa? Suonate insieme. «I know you, you know me:
one thing I can tell you is you got to be free».