Con Achille Lauro si corrono due rischi opposti. Lo puoi detestare. Ma così facendo ti perdi tutta la sua energia creativa. E lo puoi idolatrare. Ma così non ne vedi limiti e contraddizioni.
A Sanremo il brano “Rolls Royce” del cantante trap (nella vita Lauro De Marinis) ha spopolato. Molto si è discusso del riferimento alla pasticca dell’ecstasy nel titolo. La lettura del suo libro autobiografico (“Sono io Amleto”) è una chiave per capire meglio chi sia e come viva questo giovane cantante originario della periferia romana. Si tratta di un libro onirico e faticoso. Ma dentro c’è tutto.
Bisogna partire dalla sua infanzia complicata da un padre violento. E dalla sua vita randagia fuori casa sin da adolescente per capire quello che lui definisce il bisogno di amore. “Tutta la mia ribellione – scrive – sento che ha anche a che fare con il bisogno di amare, di essere capace di amare”.
Un grande vuoto dentro, dunque. Riempito dalla droga, che è la protagonista indiscussa del libro. Una droga alla quale Lauro non ha mai dato un taglio vero. La droga è onnipresente. Ma la droga è fuga: dal dolore, dalla rabbia, dall’amore, in definitiva dalle emozioni.
Lauro ne ha tante di emozioni dentro. Urgono, ma restano sotto traccia. Anestetizzate dalla droga che continua a usare. Non a caso nel libro dice che “il paradiso non è tanto la realizzazione o la felicità ma oblio, incoscienza o uno stato di coscienza alterato dalla droga, che genera visioni utili al processo creativo”. E ancora più avanti: “la droga ha svolto la funzione di porta di passaggio dentro la percezione”. Più chiaro di così…
Alla curatrice del libro che lo incontra per definire i dettagli Lauro dice persino: “Marta, alle due mi devo drogare, però”. Malgrado la droga, dal libro emerge una persona buona, gentile, generosa, con una grande umanità, oltre che con una spiccata creatività. “Rolls Royce” è un concentrato di grinta, ritmo e ipnotica energia rock.
Ma il suo è un surfare adrenalinico e pericoloso. In bilico tra la vitalità e la disperazione. Lauro ha un dolore enorme imploso dentro. Solo quando troverà il coraggio di rinunciare all’anestesia della droga e farà i conti con la sua ferita antica, sarà in grado di contattare la profondità delle emozioni e dei sentimenti. Solo allora la sua arte smetterà di essere un fenomeno di successo o di moda e potrà lasciare tracce profonde.