Matrimoni e patrimoni, come crearsi un’indipendenza economica anche in coppia

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Scritto con la collaborazione di Roberta Rossi Gaziano.

Mentre ci avviciniamo all’8 marzo ci rendiamo sempre più consapevoli che molte porte – per tante donne – non sono ancora propriamente girevoli. Tra lavoro e figli, crescita professionale o crescita della famiglia, dobbiamo sempre usare la bilancia per trovare un equilibrio tra le scelte che, in realtà, non vorremmo più essere costrette a fare. E se bastasse cambiare qualcosa dentro di noi e fuori di noi per avere tutto e non rinunciare a niente? In “Matrimoni&Patrimoni” (Hoepli Editore) abbiamo cercato di andare all’origine della scarsa emancipazione economica delle donne. Non per dare loro la croce addosso, ma per essere utili nel nostro piccolo a cambiare questa situazione, con una spinta gentile a occuparsi anche del lato economico della vita, visto il nostro background (Debora è giornalista su Radio 24 – Il Sole 24 ore, Roberta consulente autonoma co-fondatrice di SoldiExpert SCF, ndr). Vi vogliamo proporre i principali ragionamenti che abbiamo fatto.

Partiamo da un dato. Si laureano più uomini o donne? E chi esce con i voti migliori? Le donne: ormai le chiamano le Minerve d’Italia. Come mai – ci siamo chieste nel libro – se le donne hanno un curriculum scolastico da prime della classe, guadagnano meno degli uomini (non un po’ meno, la metà!), raramente occupano posizioni di vertice (Borsa esclusa si capisce, grazie alle quote rosa introdotte dalla legge Golfo- Mosca), in un caso su due non sono finanziariamente autonome (una donna su due in Italia non lavora) e non gestiscono i risparmi in prima persona (preferiscono delegare)? In “Matrimoni&Patrimoni” abbiamo identificato due “buchi neri” che condizionano pesantemente l’affermazione sociale delle donne. Il primo è psicologico. Le donne soffrono di un eccesso di perfezionismo: si candidano per una posizione solo se hanno il 100% dei requisiti, mentre agli uomini basta il 60% per farsi avanti (indagine Hewlett- Packard sui propri dipendenti).

Chi è l’impostore? Ricordandoci sempre che l’ottimo è nemico del bene, onestamente quasi mai nessuno ha la totalità dei requisiti per il lavoro a cui aspira. E quindi occorre farsi avanti a costo di entrare in una ‘non comfort-zone’, come raccontano le tante storie raccolte nel libro. C’è quella della milanese Raffaella Cornaggia, oggi Senior Vice President di Estée Lauder Travel Retail Worldwide che seppe rinunciare alla perfezione del 110 e lode alla Bocconi per non perdere quella che le sembrava una bella opportunità: uno stage a tempo pieno in Danone a Torino capitato però in un momento “scomodo”, quando sul groppone aveva ancora gli ultimi esami universitari da superare. Raffaella decise di non perdere quell’occasione e si laureò come meglio poté.

La vita è questione anche di scelte. A volte bisogna costringersi a situazioni non propriamente confortevoli e fare il passo più lungo della gamba. Un uomo lo sa, una donna non sempre. E si fissa sul libretto universitario con il massimo dei voti, quando gli sta passando un bel treno davanti, che poi non passa più. Bisogna uscire alla propria confort zone rinunciando a essere perfette.

La paura di fallire può diventare invalidante. Bisogna vincerla, come spiega nel nostro libro Francesca Corrado, economista e fondatrice della “Scuola del Fallimento”, oltre che autrice di un libro dedicato a questo argomento. I workshop della Corrado mostrano che le donne “sono più sensibili all’errore perché sono meno educate a sbagliare, e considerano fallimentare qualunque altro risultato raggiunto. Finché le donne continueranno a inseguire la perfezione, vivranno l’errore non come fonte di apprendimento ma come fonte di frustrazione e questo inciderà negativamente sulla loro autostima.” Le donne hanno una così scarsa fiducia in sé stesse che si aspettano di guadagnare meno dei maschi quando lasceranno i banchi di scuola, come ha dimostrato uno studio condotto sugli studenti della Manchester Business School a cinque anni dalla laurea.

La famiglia all’italiana. Il secondo buco nero che impedisce alle donne di emergere come soggetti finanziari indipendenti è la struttura della coppia e della famiglia italiana, dove ancora il modello tradizionale prevalente vede la donna regina della casa. Se il lavoro viene sempre dopo la famiglia, non c’è da stupirsi che le donne facciano meno carriera degli uomini, no? Ma questo modello italiano in cui lui è destinato alla carriera e lei quando arrivano i figli a un lavoro a metà (il part time non è questo in fondo?) o addirittura a tornare casalinga (con una laurea in tasca magari!) cosa produce: felicità, sicurezza economica, soddisfazione? Sul fronte “coppie più felici” Nicoletta Balbo, sociologa e docente dell’Università Bocconi, ha condotto uno studio piuttosto spiazzante e che citiamo nel libro. Intanto sfatiamo un mito: le coppie in cui entrambi lavorano e si occupano dei figli non sono per niente infelici. Quelle che invece se la passano male sono quelle in cui la donna è costretta a tenere i piedi in due scarpe: svolge un part time ed è interamente dedicata ai figli. La vita per queste “donne di mezzo” è una strada molto in salita.

Un tavolo non si regge solo su due gambe. Sul fronte della sostenibilità non si può non mettere in guardia la coppia mono-reddito dai molteplici rischi economici cui va incontro, oggi che il lavoro si fa sempre più precario e l’automazione assomiglia sempre di più a una bassa marea che fa emergere chi ha competenze sostituibili da un’app, un algoritmo, un robot. La crisi economica ha prodotto maggiore occupazione femminile ci dicono gli ultimi dati Istat. Una scelta o una necessità?

Indipendenza economica e scenari futuri: donne più a rischio I rischi non sono però sono nella coppia ma anche fuori. Le nuove regole in materia divorzile sono meno generose di un tempo verso il coniuge debole, cui il sacrificio di aver lasciato il lavoro o aver rinunciato a far carriera per occuparsi della famiglia potrebbe non venire pienamente riconosciuto in Tribunale ora che è stato mandato definitivamente in soffitta il criterio del tenore di vita. Non auguriamo a nessuna di aver rinunciato a sviluppare il proprio capitale umano sul lavoro, sgobbando per anni tra lavatrici, pranzi, cene e le mille attività della prole, per permettere al proprio compagno di far aumentare i propri redditi da lavoro e scoprire che se vi lascia o voi volete fare le valigie perché non siete più felici, spetta un assegno di mantenimento così così. E tocca rimboccarsi le maniche e rimettersi a lavorare, scoprendo che nel frattempo avete subito un downgrade nel lavoro: eravate le autrici di una trasmissione televisiva prima di mettere su famiglia? Ora, se volete ricollocarvi scoprite che potete fare al massimo la segretaria. Le donne devono proteggersi più degli uomini dal punto di vista finanziario perché vivono molto più a lungo e le statistiche ci dicono che le anziane sole sono tra le categorie sociali più a rischio povertà.

E’ questo il machismo in gonnella? Rivendicare per sé un ruolo e un posto diverso nella società? Crediamo proprio di no: la strada non è certo quella di fare le barricate (anche se in Islanda le donne hanno conquistato così la parità di salario, con una recentissima norma di legge) né di rinunciare a mettere su famiglia per fare carriera (l’Italia ha già un serissimo problema denatalità e invecchiamento della popolazione). Pensiamo piuttosto che un altro modello sia possibile e nel libro diamo consigli proprio su questo: come mandare avanti i compiti familiari con il lavoro e come fare all’interno della coppia un nuovo patto sociale. C’è una generazione di uomini che noi abbiamo chiamato “i nuovi maschi” che sono pronti per questo cambiamento. E le donne sono pronte a cambiare?

Dobbiamo riscrivere il lieto fine nella vita per chiudere in bellezza. Basta “e vissero insieme felici e contenti”, che non si sa mai, ma “vissero felici e contenti perché stavano in piedi anche da soli”. E siccome la vita non è una favola, bisogna attrezzarsi: anche Cenerentola se non fosse stata solo bella, ma bella tosta, avrebbe pensato a un piano B.


MATRIMONI & PATRIMONI

Matrimoni e patrimoni.

Istruzioni aggiornate per l’uso – Dai figli alla carriera, dal capitale umano a quello finanziario: le nuove opportunità e i rischi per le donne (e gli uomini) di oggi

di rosciani debora e rossi gaziano roberta

Hoepli