Ricordi di scuola positivi per otto italiani su dieci

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Capita almeno una volta all’anno, di solito poco prima di qualche scadenze di lavoro importante. Chiudo gli occhi e mi ritrovo lì: prima fila a destra della cattedra, banco attaccato al muro. Davanti a me ho un foglio bianco e il vuoto nel cervello. So di non avere più 18 anni (ahimè) eppure, per qualche guaio burocratico (tipo smarrimento del diploma di liceo), sono di nuovo un’alunna della III A e devo tradurre quella maledetta versione di greco prima che suoni la campanella. Nessuno può darmi una mano, e io di greco ricordo solo che “kaì” è una congiunzione e che l’aoristo è un tempo verbale del passato. A quel punto di solito suona la sveglia e io torno alle mie preoccupazioni di oggi che, a dirla tutta, sono spesso ben peggiori di un 4 sul libretto. Sì perché in realtà tra i banchi di scuola non si stava affatto male. E a quanto pare sono in molti a pensarla come me. Secondo un’indagine Doxa, la maggior parte degli italiani ha, infatti, ricordi per lo più positivi della sua esperienza scolastica.

La ricerca ha confrontato i risultati di oggi con quelli di uno studio inedito realizzato sullo stesso tema nel 1992: esattamente un quarto di secolo fa. Obiettivo: mettere a confronto i ricordi di oggi con quelli di ieri e indagare un campo di studio poco battuto ma di importanza straordinaria per ciascuno di noi: la scuola, appunto. Secondo la ricerca sono relativamente pochi gli adulti che conservano un ricordo negativo dell’esperienza fatta tra i banchi di scuola. Si va, infatti, dal 3,5% di risposte negative per i ricordi legati alle scuole elementari, al 4,5% per le scuole medie e superiori. Non solo: la percezione negativa sembra essere diminuita rispetto a 25 anni fa. Nel 1992 l’incidenza dei cattivi ricordi era, infatti, quasi il doppio, soprattutto per elementari e medie dove si attestava sul 6%. I buoni ricordi sembrano, inoltre, essere maggiori fra le persone tra i 15 e i 34 anni (94%), che tra gli over 55 (83%).

Ricordi a parte, dalle risposte raccolte da Doxa emerge anche il grande valore che molte persone hanno attribuito (e continuano ad attribuire) alla scuola nella formazione della propria personalità e del bagaglio di conoscenze necessarie per affrontare la vita adulta. Fondamentali da questo punto di vista risultano essere le scuole superiori, giudicate dall’88% del campione di intervistati come “molto rilevanti”. Seguono le elementari con l’85% di risposte positive e le medie con l’81%. Se si dividono le risposte in base alle diverse fasce di età, si scopre che oltre la metà dei 35-54enni reputa che le elementari siano state le scuole più formative. Per gli intervistati tra i 15 e i 34 anni e per quelli over 55 la scelta ricade invece sulle superiori, ritenute una “scuola di vita”.

Dall’indagine Doxa emerge infine che ad accomunare gli studenti di oggi e quelli di ieri sono anche le materie preferite. Sia gli intervistati del 2017, che quelli del 1992 mettono al primo posto l’italiano e le materie letterarie, a discapito di matematica e materie scientifiche. Evidentemente devono essere in molti quelli che ancora oggi, al posto della mia versione di greco, sognano uno studio di funzione.

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