“Sono arrivata a mettere annunci online per trovare bambini sordociechi da aiutare. Non c’erano, alcuni non andavano nemmeno a scuola dove non avrebbero potuto essere seguiti perché non esistevano figure professionali preparate a una disabilità che solo nel 2010 è stata riconosciuta come una condizione a sé, e non la somma di due disabilità”. Così Stefania Fadda, 38 anni, di Cagliari, psicoterapeuta e psicologa, dal 2008 Direttrice del Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus (CABSS) a Roma, dove ha istituito il primo programma di intervento precoce per bambini sordi e sordociechi da 0 a 6 anni e le loro famiglie. Nel 2013 Stefania Fadda ha vinto il Premio R.O.S.A., Risultati Ottenuti Senza Aiuti, quale riconoscimento dei risultati raggiunti. Risultati senza aiuti sì, ma con un incontro speciale.
Perché il percorso di Stefania Fadda è di quelli che parlano di scoperte passo dopo passo, di avventura pionieristica in un settore dove in Italia non c’erano ancora sufficienti studi e sperimentazione, ma anche di come il caso possa portare la vita sui binari giusti. “Mi chiedevo, dopo la laurea, come potesse cambiare lo sviluppo cognitivo dei bambini senza udito fin dalla nascita”. Per completare questa ricerca Stefania Fadda migra in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, dove si specializza in Salute Mentale e Sordità nell’ambito del Clinical Psychology PhD program, presso la Gallaudet University, Washington D.C. “Là ho passato un anno in assoluto silenzio, si comunica obbligatoriamente con la Lingua dei Segni Americana e non si riesce a capire chi è sordo e chi no”.
Si può dire sordi? “Sì, è preferito a non udenti, che è una identità per negazione, non è bello essere chiamati per qualcosa che non si ha”. Al suo rientro in Italia, Stefania decide di voler aiutare i bambini nati sordi e sordociechi, ma gli unici centri sono nell’Europa del Nord. Ed è qui che entra in scena Roberto Wirth, 65 anni, nato sordo profondo, manager e proprietario dell’hotel luxury Hassler di Roma. Perché mentre nel 2004 Stefania Fadda si laureava in psicologia, Wirth fondava la Roberto Wirth Fund Onlus, oggi nota come Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi Onlus (CABSS, di cui è presidente). E qualche anno dopo, a Stefania Fadda che cercava qualcuno con cui ripassare il Linguaggio dei Segni Americano viene presentato proprio Roberto Wirth.
Il resto è la storia di un centro di cui Stefania Fadda diventa direttrice, con un laboratorio all’avanguardia, dove i bambini possono entrare appena viene diagnosticata la disabilità sensoriale, generalmente dopo la terapia intensiva neonatale, e stimolati da subito per imparare l’uso di sensi diversi, oltre che potenziare la parte residuale di vista e udito, per apprendere un metodo di comunicazione che permetta loro un contatto con l’esterno, oltre la propria percezione del mondo. L’obiettivo è renderli indipendenti, trasmettendo il metodo di intervento anche agli insegnanti e ai genitori. “Riusciamo a seguire una cinquantina di casi in un anno, vengono anche da altre città e Paesi. L’istituto è privato, finanziato e supportato da Wirth, e a malincuore dobbiamo dire dei no. Ma quando vediamo i nostri bambini entrare a scuola, quegli stessi bambini che abbiamo conosciuto immobili e chiusi nel loro mondo e che abbiamo visto fiorire attraverso l’apprendimento di strategie per comunicare con il mondo… si può spiegare la gioia?”
Secondo dati Istat, In Italia, un piccolo su mille nasce sordo profondo. Ai bambini sordi congeniti si aggiungono quelli che acquisiscono la sordità prima dei tre anni di vita (1%) e tra i 4 e i 12 anni (2%). Nel 90% dei casi, i bambini sordi hanno genitori udenti. La condizione di sordocecità riguarda 189.000 persone (lo 0,3% della popolazione italiana), di cui il 12,1% si colloca nella fascia di età 0-64 anni.
il racconto di Stefania Fadda