L’antirazzismo scende in campo ai Mondiali di Modena

muntariMe ne vado, basta” deve aver pensato Sulley Muntari, il giocatore ghanese del Pescara che ha abbandonato il campo da gioco dopo essere stato ammonito per aver cercato un dialogo con i tifosi del Cagliari che gli rivolgevano insulti razzisti. Quello di Muntari è solo l’ultimo di una sequela di casi simili: da Boateng a Eto’o. Nonostante ci si consideri un Paese civile, infatti, cori razzisti nei confronti dei giocatori sono abbastanza frequenti durante le partite di calcio. Il caso di Muntari è arrivato addirittura fino all’Onu: Zeid Ra’ad al-Hussein, l’alto Commissario per i diritti umani, ha invitato la FIFA a prestare maggiore attenzione alla vergognosa piaga sociale del razzismo. E qualcosa si cerca di fare per sensibilizzare le curve di tifosi, per combattere il cattivo tifo e i comportamenti anti-sportivi e razzisti. E’ il caso dei mondiali antirazzisti: cinque giorni simbolo di come lo sport possa superare le barriere del pregiudizio.

A organizzare l’evento è la Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti), che durante l’anno mette in piedi vari eventi pro integrazione. I mondiali antirazzisti si svolgono nel parco di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Una vera e propria festa dello sport e della musica, completamente gratuita, che ospita squadre da tutto il mondo arrivate nel modenese per giocare i tradizionali tornei di calcio a 7, basket, pallavolo, cricket e rugby.

manifesto_webNato nel 1997 da un’idea di Progetto Ultrà – UISP Emilia Romagna, in collaborazione con Istoreco (Istituto Storico per la Resistenza) di Reggio Emilia, il progetto coinvolge i gruppi ultrà e le comunità di immigrati, un mix potenzialmente esplosivo. Invece il progetto ha avuto un grande successo dato, tanto che con il passare degli anni e grazie al passaparola l’evento ha raggiunto dimensioni significative. Infatti, da 80 partecipanti nel 1997 si è arrivati ad oltre 7000 persone coinvolte nel 2016. Le fondamenta su cui è costruito il successo dei mondiali antirazzisti sono i valori base dello sport: in primis il fair play, dato che ogni partita è autogestita e non esiste arbitro, quindi in assenza di auto-controllo dei giocatori la partita non si gioca. Di conseguenza è bandita ogni forma di violenza dal torneo. Alle squadre non è semplicemente richiesto di partecipare a delle gare ma anche di conoscersi: prima delle partite, ad esempio, le squadre si scambiano dei doni come piccoli gesti di amicizia o si ‘prestano’ un giocatore se in numero non sufficienti per giocare. In questo modo si abbassa il livello di competizione e si valorizza il momento del gioco come divertimento e condivisione. La novità del 2017 è l’integrazione di alcuni tornei femminili e maschili: le squadre sono miste in un’ottica di antisessismo.

Chiuse le iscrizioni al torneo di calcio i numeri del 2017 sono da record: 174 squadre iscritte divise in 29 gironi, 2.000 giocatrici e giocatori faranno in totale 496 partite su 15 campi disegnati appositamente sul prato. In particolare,sono risultate in aumento le squadre femminili quest’anno, arrivate a 9, mentre il 52% saranno squadre miste. La Uisp racconta così la rosa delle squadre:

42 squadre con migranti o rifugiati
4 squadre che lavorano con disagio mentale
16 associazioni sportive
24 associazioni Antirazziste
40 squadre di “amici”, formate per i Mondiali, alcune delle quali con bambini e famiglie
14 squadre di gruppi ultras
23 squadre che rappresentato istituzioni, ong, cooperative sociali.
E quest’anno anche grazie alla spinta del progetto GOALL in aumento le squadre che portano avanti tematiche LGBT: 11 in tutto. In crescita anche le squadre dei bambini che saranno presenti con 6 team.

Il tutto si riassume con team da ben 14 Paesi, in rappresentanza di oltre 80 nazionalità.

Ogni anno viene tra l’altro assegnata la Coppa Mondiali Antirazzisti alla squadra che si è maggiormente distinta per i progetti di integrazione culturale portati avanti durante l’anno. L’anno scorso se la sono aggiudicata gli United Glasgow meritevoli di aver  promosso campagne contro sessimo e omofobia: vediamo quest’anno a chi andrà questa coppa!

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