Viaggiare in aereo: ma davvero basta un leggings per rimanere a terra?

pixabay-airport-802008_1920Vi è mai successo di arrivare al gate e vedervi rifiutare l’imbarco in aereo perché eravate vestiti in modo “non appropriato”? A due adolescenti americane è capitato davvero. Le giovani stavano per prendere l’aereo all’aeroporto di Denver ma la compagnia aerea United Airlines ha negato loro l’imbarco proprio a causa dei leggings che indossavano. Il divieto pare fosse legato al tipo di biglietto con cui viaggiavano: una speciale tariffa dipendenti che obbliga di fatto chi vola al rispetto del dress code previsto per i dipendenti della compagnia (che esclude infatti i leggings elasticizzati, i jeans strappati, le magliette corte, i costumi, i pigiami, gli shorts, le ciabatte, e l’abbigliamento intimo in vista).

schermata-2017-05-12-alle-19-02-14Ma la scelta della United Airlines non è la prima di questo genere. Risale allo scorso anno la decisione della compagnia americana low-cost JetBlue di non imbarcare una ragazza con shorts troppo corti e attillati. Il motivo? Il fatto che “a bordo c’erano anche delle famiglie”.

Entrambe le vicende hanno scatenato molte polemiche sui social: non sono state risparmiate critiche alle compagnie aeree – e soprattutto ai loro addetti a terra – per aver applicato troppo alla lettera il regolamento. Ma siamo sicuri che il problema sia solo questo? In una società, come la nostra, che fa della libertà individuale e del benessere personale un punto irrinunciabile, spesso ci si dimentica che, se spinta troppo in là, questa reclamata libertà finisce con l’invadere quella altrui. La scelta di vestirsi, per esempio, in maniera sciatta o volgare, è una scelta individuale che va rispettata. Ma, nello stesso tempo, quando ci si serve di un servizio di privati, si entra in un “territorio” che può avere delle regole. Succede anche in alcuni locali, teatri, luoghi di ritrovo dove può essere richiesto un abbigliamento preciso (giacca, cravatta, abito lungo e così via).

Allo stesso modo una compagnia aerea può decidere di regolamentare l’abbigliamento da avere sui propri voli giustificando la scelta al fine di rendere l’esperienza di viaggio socialmente accettabile a tutti i propri clienti. Clienti che peraltro, essendo delle più disparate nazionalità e culture, possono avere stili vita, livelli di educazione e senso dell’opportunità molto diversi. E, infatti, United non è l’unica ad avere un dress code, anche se l’approccio delle linee aree riguardo all’abbigliamento dei ‘pass travellers’ o dei clienti varia molto da una compagnia all’altra. E alcune fanno persino distinzioni tra una classe e l’altra. Secondo il sito americano travelandleisure.com Southwest, Delta o American Airlines non hanno un codice specifico ma tuttavia incoraggiano un abbigliamento decoroso. Hawaiian, invece, è più tollerante nella cabina principale dove accetta ciabatte e pantaloncini. In prima classe o in business prevede però che gli uomini indossino camicia e pantalone lungo o jeans, e le donne camicette, gonne, pantaloni, jeans o abiti.

Alitalia non prevede specifici dress code nelle varie classi, e nemmeno Qantas (che suggerisce “un abbigliamento rispettoso e informale per i suoi passeggeri”). Nessuna indicazione nemmeno dalla compagnia Emirates che tuttavia aveva dichiarato qualche tempo fa al magazine High Flyer di “apprezzare i passeggeri che si vestono in modo appropriato”. British Airways, invece, raccomanda ai propri clienti di vestire in modo adeguato alla classe in cui si viaggia pena il rischio di un down-grading a una classe inferiore o di vedersi negare addirittura il volo. Virgin ad esempio, garantisce più probabilità di fare un upgrade gratuito in prima classe ai passeggeri dell’economy se sono ben vestiti.

Che cosa ne pensano i viaggiatori della business class? Alcuni di loro ritengono che il fatto di aver pagato un biglietto a prezzo elevato dovrebbe garantire la libertà di vestirsi come si preferisce, mentre altri si aspettano di vedersi circondati (sia in aereo che nelle lounge) da viaggiatori ben vestiti e adeguati per lo standard della classe.

Posto che si può viaggiare in modo confortevole e con stile, forse sarebbe meglio non farne una questione di classe o di costo del biglietto, bensì di maggior sensibilità rispetto a ciò che è o non è opportuno indossare per non risultare fuori luogo.

  • Antonella |

    Sono la persona che vola abbastanza spesso ma non mi permetterei mai di portare i leggins in un posto pubblico ( a meno che io faccia sport al parco) .Esistono molti altri capi d’abbigliamento comodi,larghi per non disturbare la circolazione sanguina allora lasciamo i leggins a casa.

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