Non importa sei hai intuito l’affare del secolo. Non importa sei hai elaborato un business plan inattaccabile. Per il solo fatto di essere un’imprenditrice donna, se anche troverai un finanziatore disposto a credere in te riceverai al massimo 77 milioni di dollari. Mentre il tuo diretto concorrente di sesso maschile, per quella stessa idea, di milioni ne riceverà 100.
Il gender gap non è solo negli stipendi. È anche nei finanziamenti alle nuove imprese. Lo racconta uno studio di Bloomberg: dai venture capitalist le imprenditrici – quanto meno quelle americane – raccolgono sempre meno fondi degli uomini. Il rapporto 77 a 100, fra l’altro, è indiscutibilmente simile a quello 79 a 100 che intercorre tra il reddito di una manager e quello di un manager a stelle e strisce. La regola del quinto: per le donne in affari, è la misura del tetto di cristallo.
Ricevere un finanziamento da 77 milioni, tra l’altro, è per poche elette. Sempre secondo i calcoli di Bloomberg, sopra la soglia dei 20 milioni è riuscito a salire solo il 7% delle imprenditrici tra il 2005 e il 2009. Una percentuale decisamente insoddisfacente, così come è piuttosto irrisoria la quota di donne le cui imprese guadagnano più di un milione di dollari: una ogni 5, sempre in America, secondo il National Women’s Business Council.
Il tema non è, per altro, nuovo: già negli anni ’80 i ricercatori dell’Università della Nord Carolina avevano sottolineato il fatto che ci fossero pregiudizi nei confronti delle donne imprenditrici da parte degli investitori. Certo, però, non aiuta che anche dalla parte dei venture capital le donne siano ancora delle mosche bianche, solo il 7% se si prendono in considerazione i primi 100 fondi americani. Se chi decide dove investire è un uomo, sarà più facile che decida di puntare su “un proprio simile”. Anche solo per una questione di confort.