“Ora arriva la gara clou, vedremo gareggiare i veri atleti”. Questo quanto annunciato dal presidente della Fidal Sardegna, Sergio Lai, poco prima della gara finale – maschile – dei campionati societari di atletica disputati il 29 Gennaio a Villacidro vicino a Cagliari.
Sono arrivate tempestivamente le scuse di Sergio Lai che ci ha tenuto a precisare, fosse tutto un malinteso: “Sono profondamente amareggiato – le parole di Lai – per la diffusione che ha avuto questa polemica. Non era mia intenzione offendere nessuno, né tantomeno esprimere un concetto sessista, lontano anni-luce dalla mia formazione e dalla mia storia, che dicono tutt’altro. Ma prendo atto delle proteste, e nel rispetto del ruolo istituzionale che occupo, mi scuso con tutti coloro che si sono sentiti offesi per la mia affermazione. I veri atleti sono tutti coloro che, uomini e donne, ad ogni livello, dedicano sentimenti ed entusiasmo allo sport. Senza alcuna distinzione di genere”.
Certo quello che stupisce, e non è la prima volta, è che questi malintesi sembrino partire da un cieco pregiudizio sulla fisiologica differenza atletica tra atleti uomini e donne. Dovremmo essere tutti consapevoli del fatto che alcune discipline sportive siano basate sulla forza fisica e lì predominerà l’atleta maschile, quindi inutile paragonare il sumo maschile e femminile, ugualmente inutile paragonare nuoto sincronizzato maschile e femminile per misurarne la leggiadria. Senza arrivare ai poli opposti, la prestanza fisica maschile vince statisticamente su quella femminile in sport comuni come calcio, basket, corsa, nuoto, dove uno dei requisiti fondamentali oltre alla strategia è comunque la potenza.
Tuttavia per quanto banale sia questa considerazione, queste gaffes si ripetono e continuano a scandalizzare e a fare notizia. Due anni fa durante un dibattito sui possibili finanziamenti al calcio femminile provenienti da quello professionistico maschile, Felice Belloli disse: «Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche». Sfiduciato dalla Lega Nazionale Dilettanti si dimise poco dopo.
Nel 2011 fece scalpore il licenziamento di Andy Gray, commentatore di Sky Sports dopo la pubblicazione di una conversazione registrata con un collega in cui si prendevano gioco di un guardalinee donna, per loro incapace di distinguere un ‘fuorigioco’ solo perchè donna.
Proprio grazie a questo primitivo modo di pensare, le donne devono comunque e sempre dimostrare di più, addirittura fino ad essere placcate da un omone di quaranta kg in più come l’arbitro Maria Beatrice Benvenuti.
Così nel 2017 lo sport femminile fa notizia.