Trophy wives, mogli trofeo: così vengono chiamate le mogli particolarmente belle o appariscenti di uomini potenti o ricchi o famosi. Spesso giovani. Un’espressione coniata dagli uomini, ovviamente. Come “trophy building”, usata dagli immobiliaristi per indicare l’edificio in portafoglio che dà loro maggior prestigio per valore oppure per location.
Melania Knauss Trump rientra tristemente, a prima vista, nella categoria delle mogli trofeo. Classe 1970, nata in Slovenia, modella dall’età di 16 anni, conosce Trump nel 1998, quando lei ha 28 anni e lui 52. Si frequentano per sei anni, nel 2004 si fidanzano e nel gennaio 2005 si sposano. Nel marzo 2006 nasce Barron William, primo figlio per Melania, quinto per Trump, che ne ha tre dalla prima moglie Ivanka e uno dalla seconda Marla Maples. Non si sa molto di lei, in effetti, a parte il fatto che è bellissima e non sembra ritoccata né tantomeno rifatta (lo sono invece senza dubbio le prime due mogli di Trump). Parla un inglese quasi perfetto con un lieve accento non facilmente identificabile come sloveno, non fa molte dichiarazioni né apparizioni pubbliche (forse le cose cambieranno nei prossimi mesi, chissà). Alcune sue frasi più o meno famose sono state raccolte dal sito Aforismi (qui l’elenco completo).
Eccone alcune:
– Prendo le persone per quello che sono. Potresti lavorare tutta la vita per cambiarle, e non lo faranno mai. Qual è il punto? Le persone hanno bisogno di essere ciò che sono.
– Donald ha una determinazione profonda e un atteggiamento mai arrendevole. L’ho visto combattere per anni per portare a termine la realizzazione di un progetto – o anche per iniziarlo – e non si arrende! Se volete qualcuno che combatta per voi e per il vostro paese, vi posso assicurare, lui è il “ragazzo” giusto
– Per sposare un uomo come Donald, è necessario sapere chi sei. Hai bisogno di sapere chi sei, e devi essere molto forte e intelligente.
– Donald intende rappresentare tutte le persone, non solo alcune persone. Ciò include cristiani, ebrei e musulmani. Include ispanici, afro-americani e asiatici, i poveri e la classe media. Durante la sua carriera, Donald ha lavorato con successo con persone di molte fedi e nazioni.
– Le persone sono molto curiose su di me. Ho scelto di non entrare nella politica pubblica perché questo è il lavoro di mio marito. Sono molto politica nella vita privata.
– Un sacco di gente dice che sto usando tutto quello che ma medicina mette a disposizione per il mio viso. Non ho fatto nulla. Vivo una vita sana. Mi prendo cura della mia pelle e del mio corpo. Sono contro il botox. Sono contro le iniezioni. Penso che danneggi la faccia e danneggi i nervi. Io invecchio con grazia, come fa la mia mamma.
– Non ho una tata. Ho un cuoco e ho un assistente. E basta. Le ore con il tuo bambino sono quelle veramente importanti, anche se si è soli, tranquilli, in macchina.
– Sono una mamma a tempo pieno. Questo è il mio primo lavoro. Il lavoro più importante di sempre
A me sembra che bastino se non per dare un giudizio positivo su Melania, almeno per sospenderlo. Trovo meschino e ipocrita l’atteggiamento delle donne, presunte femministe, che la criticano per la sua scelta di sposare uno come Donald Trump. E trovo meschino al limite del ridicolo l’atteggiamento degli stilisti che hanno più o meno chiaramente dichiarato che non la vestirebbero (mentre facevano a gara per vestire Michelle Obama). Quindi lode a Giorgio Armani e Dolce&Gabbana, che hanno già detto di non aver alcuna preclusione. Anzi, di essere contenti all’idea che Melania scelga i loro brand. Alla moglie di Trump, tra l’altro, sta bene qualsiasi cosa: al recentissimo ballo della croce rossa ha indossato un abito rosa di Dior, per la notte dell’inaugurazione aveva scelto Ralph Lauren. Non è troppo magra, né troppo truccata, né troppo ingioiellata e soprattutto, come dicevamo all’inizio, non è rifatta. Forse sarebbe ora, se proprio non si riesce a evitare di etichettare le persone, di dire che Donald Trump è il “trophy husband” di Melania.