“Ho sempre avuto la camera tappezzata. La camera dei bambini in fondo si presta di più” racconta Paola Jannelli, creative director di Jannelli & Volpi, nota azienda di carte da parati con sede a Milano, una tradizione familiare che va avanti dal 1961. E non potevamo aspettarci niente di diverso, in fondo. “Penso di essere nata dentro un utero a fiori. La mia vita è sempre girata intorno al concetto di decoro. Per me è stato complicato capirlo, l’ho studiato per cercare di farlo mio e per comprendere la sua autenticità”.
Paola, 54 anni, cresce insieme ai due fratelli maggiori Lidia e Mauro nell’azienda di famiglia, fra rotoli di carta e motivi decorativi. “Da piccola, nella mia cameretta, mi divertivo a seguire sulle pareti il disegno della carta con il dito e iniziavo a immaginare…”. Un’immaginazione di certo favorita dal forte legame con il padre Oreste, imprenditore, pittore e poeta di origini napoletane che da piccola “mi metteva a letto e mi raccontava delle storie, totalmente inventate, come la Storia delle Quattro Sequoie. Quando giungeva il momento di dormire mi chiedeva di proseguire la storia…”. Un metodo, quello del raccontarsi storie, che Paola usa tuttora: “Invento storie che non hanno niente a che vedere con la realtà. Mi aiutano molto, producono idee. Il mio cervello lavora di notte e la mattina automaticamente mi ritrovo piena di energia”.
Paola è entusiasta, appassionata, si dipinge come un’anima colorata. Architetto di formazione, descrive così la sua scelta: “Da piccola, all’asilo, avevo una cartelletta con scritto “Architetta Paola Jannelli”. Una cosa di cui mio padre è sempre stato molto orgoglioso e che poi è diventata realtà”. A differenza però di quanto il normale corso delle cose avrebbe voluto, Paola non entra subito nell’azienda di famiglia. Finito il liceo, a 18 anni inizia a lavorare in uno studio grafico e contemporaneamente studia al Politecnico. “A casa il lavoro è sempre stato un valore molto forte. Mia madre la sera non chiedeva come stessi ma di cosa mi stavo occupando”.
Dopo 20 anni di esperienze come libera professionista fra grafica e architettura, nel 1998 Paola entra in pianta stabile nell’azienda di famiglia. “Ho vissuto un periodo di energia potente al mio ingresso in azienda: all’inizio del 2000 cambia l’assetto societario e inizia una fase di profondo svecchiamento del rivestimento murale che in chiave italiana aveva una centralità importante”. Innovazione, diversità culturali e design sono alcune delle parole chiave che hanno scandito e scandiscono tuttora il lavoro di Paola in azienda, che ha avuto apice nelle collaborazioni con noti designer e architetti, nelle licenze per produrre carte da parati per Marimekko e Armani Casa e nell’apertura del JVStore: “abbiamo costruito un sistema –il JVStore– in cui il design è entrato da noi, e non vicerversa. Se riesco a dialogare con gli oggetti di design che espongo, il mio prodotto è contemporaneo, attuale”.
Paola è orgogliosa del suo lavoro e ama profondamente lavorare fianco a fianco con i fratelli, con cui “ho una grandissima intesa, una sintonia quasi inspiegabile, siamo molto diversi ma abbiamo una grande capacità di coesione nei momenti difficili. Ognuno ha un compito preciso che gli altri non possono assolvere”. In azienda sono moltissimi i ragazzi giovani impiegati nei vari reparti, che vengono fatti crescere dando loro sempre maggiori responsabilità. Paola è quasi una mentore. “I miei ragazzi” così li chiama “li sto abituando a camminare da soli, bisogna essere in grado di lasciare spazio, permettere loro di fare delle scelte sbagliate. Fare spazio è importante”. E’ convinta che la curiosità e la conoscenza derivino da mille ambiti diversi e che siano una impagabile fonte d’ispirazione. “Se fai carte da parati non puoi non avere informazioni su cosa avviene a livello sociale nel mondo, non sapere quali sono le innovazioni tecniche, non sapere cosa votare, devi avere una sorta di responsabilità sociale in quella che è anche la quotidianità”. Una curiosità che Paola ricerca nella vita di tutti i giorni, a partire dall’Associazione “Semi al futuro” in cui insieme al Prof. Polistena si ritrova a discutere di cosa avviene nel mondo per comprendere il nostro tempo, oppure grazie a un circolo di lettura che ospita ogni mese in casa sua: “leggere è una cosa molto piacevole però lo diventa ancora più quando può condividere”. Per Paola è essenziale costruire relazioni, ama passare il suo tempo a parlare con gli altri: “il tempo è un’opportunità, non possiamo rischiare di farci prendere dall’abitudine”.
Paola racchiude appunti, ispirazioni e pattern per nuove carte da parati su un taccuino, uno per ogni anno. Ama disegnare e ha sempre disegnato carte da parati per fare felice il padre, ma ne ricorda con affetto una in particolare, la prima, poi andata in produzione: “La collezione si chiamava Margherita, una bambolina con una testolina a forma di corolla circondata da petali; c’era il disegno del foglio di carta a quadretti e un motivo con ciliegie e foglie d’erba”. “Margherita era una specie di Pimpa della carta da parati”, conclude sorridendo.
Paola, donna imprenditrice, come vede il ruolo della donna? “Nella società il ruolo della donna è ancora molto complesso. Secondo me sta alle donne liberarsi di questa cosa. Sono contro le quote rose, c’è un esercito di donne capaci e sapienti che deve liberarsi da questi vincoli, a qualsiasi livello. Il futuro è femmina, è donna, ma vorrei che lo facessimo insieme agli uomini, perché queste disparità di genere sono sciocche”.