Sei lì che guardi l’ultimo cartone animato con i bambini prima della storia della buonanotte e fra uno spot di merendine e uno di giocattoli, eccola che si insinua, con fare innocente, l’ennesima pubblicità infingarda. Perchè non dice il vero su prodotto? No, piuttosto perchè rappresenta la realtà con uno stereotipo da anni cinquanta, tanto che sembra uscito dall’agenzia pubblicitaria di Mad men. Anzi, nella famosa serie televisiva forse i creativi non sarebbero caduti in un clichè tanto stantio.
Di cosa parlo? Dell’ultimo spot della Carrefour per la collezione megapopz. Il protagonista è un bambino vestito e atteggiato come Michael Douglas in Wall Street. Il bimbo serio, aggressivo e ambizioso dichiara di avere tutti i pupazzini della collezione. L’inquadratura si allarga e sulla scrivania è seduta una bambina (seduta non nel modo in cui stanno sedute le bambine su un tavolo, ma scimmiottando ben altre pose), che ammiccando gli chiede di far cambio. E il bimbo dice no.
Lo spot è durato 30 secondi. Pensando di aver capito male perchè prevenuta, ho voluto fare un test ai miei pregiudizi e ho cercato il video online. Poi per fare una controprova ho chiesto a mio figlio, sulla soglia dei nove anni, cosa rappresentassero i due bimbi e luisenza alcuna esitazione, ha risposto: il capo e la segretaria. E Ecco il video prima di un paio di riflessioni.
Ho visto male io? O si tratta dell’ennesimo stereotipo? Stiamo a farci bei discorsi sulle opportunità da dare alle nostre giovani perchè realizzino i loro talenti. Le università scientifiche e tecnologiche cercano di conquistare intelligenze femminili. Le aziende investono in programmi di crescita interna per le donne e stanno cambiando i meccanismi di selezione per non penalizzare le candidate. Un sistema intero si sta ponendo il problema di talenti persi a causa degli stereotipi. E poi ai bambini si continua a proporre modelli simili?
Sacrosante le critiche alla campagna pubblicitaria del fertility day, ma l’impressione è che per ogni tweet fatto per criticare la ministra Lorenzin ci beviamo dieci spot commerciali che hanno gli stessi difetti che non si sono perdonati al ministero della Salute. Certo il ministero investe soldi pubblici e le istituzioni dovrebbero essere apripista verso un futuro più inclusivo e un nuovo modello di società. Ma possiamo continuare a tollerare che la pubblicità commerciale ci propini modelli stereotipati e retrogadi?
Lo spot in questione, per quel che mi riguarda, casca a fagiolo. Sto preparando un intervendo per un convegno dal titolo Educare oltre gli stereotipi. A questo punto mi basterà proiettare lo spot per dare inizio alla discussione.
A seguito del post sono stata contattata da Carrefour che tiene a precisare quanto segue: “Il nostro spot, fatto con la creatività di Saatchi&Saatchi, mostra semplicemente un bambino e una bambina che giocano. E null’altro. La scelta di usare due attori di sesso diverso evidenzia come non esistano giochi “da bambina” e giochi “da bambino”, ma solo giochi per tutti, come per tutti è la collezione dei 24 Megapopz che si rifanno sia a supereroi che a supereroine. Nello spot non c’è alcuna affermazione di stereotipo sessista, ma solo la spontaneità dei compagni di giochi.”