“Avevo 36 anni e la mia vita non mi piaceva più”. Così inizia il racconto di Sabrina Pala, sette anni dopo la scelta che le ha permesso di essere felice. “Lavoravo a Milano in un centro media e mi occupavo del budget control. Avevo un ottimo stipendio, il posto fisso e la possibilità di crescita professionale, eppure ho deciso di licenziarmi per inseguire un sogno. Avevo calpestato la mia parte creativa e sono andata in corto circuito. Era arrivato il momento di riprendermi il mio tempo, e l’ho fatto con determinazione”.
Sabrina non aveva un progetto preciso.”Ho sempre amato modellare, sono partita da questo. Ho creato una mia linea artigianale di articoli da regalo e ho cominciato a vivere vendendo le mie creazioni in forma itinerante. Così è nata la mia attività, Sabracadabra. Per creare uso uno stucco autoprodotto, una pasta modellabile che si chiama supersculpey e vari tipi di resine. Poi ci sono i legni, i gusci delle noci, le galle delle querce…prodotti della natura a cui viene data una seconda vita”.
Sabrina ha trovato una casina di legno col tetto spiovente fino terra, ai margini di un bosco nel piacentino. “Era perfetta. Ho vissuto quella magia per due anni, fino a quando ho sentito l’esigenza di avere più spazio e ho trovato la grande casa in collina in cui vivo”. L’attività di Sabracadabra si svolge tra feste celtiche, medievali, fantasy e di artisti di strada, prevalentemente nelle regioni del nord e centro Italia.
La sfida più importante che hai dovuto affrontare? “La sfida è quotidiana quando si fanno certe scelte. Non esistono più certezze. E’ il prezzo da pagare per sentirsi in qualche modo liberi e soddisfatti di se stessi, ma in questi sette anni non mi sono pentita neppure per un secondo”.
L’errore da cui hai imparato di più? “Ricordo il primo mercato al quale ho partecipato dopo aver lasciato il mio lavoro: una vera catastrofe. L’esposizione era poco curata e la maggior parte dei miei prodotti non aveva personalità. Il risultato è stato un incasso vergognoso. Uno scossone…io dovevo vivere di quello. Ho reagito lavorando sodo. In pochi giorni è nata la linea “Gli scalzi” che è cresciuta negli anni, seguita dagli altri articoli che tuttora mi danno da vivere. Il confronto costante e la collaborazione con lo scultore fiorentino Paolo Chiari ha dato origine al “VagaBanco”, la bottega artigianale itinerante, creata con bancali e materiale di riciclo, con la quale ci presentiamo alle manifestazioni per proporre le nostre creazioni”.
Obiettivi futuri? “Stanno nascendo nuovi progetti. Col tempo cercheremo di dare forma anche a quelli”.