Il lato femminile del talento: all’hackathon Manpower studentesse, manager e startupper

La fortuna non esiste, esiste il momento

in cui il talento incontra l’opportunità

Seneca

Oggi, 8 luglio, a Milano c’è lo Human Age Institute Talent Hackathon http://humanageinstitute.it/talenthackathon/, il primo hackathon – una maratona creativa – in Italia ad affrontare il tema del talento e della sua valorizzazione. L’iniziativa è di ManpowerGroup – società di ricerca e selezione di personale – tramite la sua fondazione Human Age Institute. La partecipazione è aperta a startupper, professionisti e studenti interessati al tema delle risorse umane, del talento e dell’innovazione. L’hackathon verte su sfide specifiche lanciate da grandi aziende sui temi delle risorse umane. I partecipanti avranno 12 ore per sviluppare una soluzione realizzabile di prodotto o servizio che verrà poi vagliata da una giuria di esperti, tra cui i Talent leader della Fondazione (a questo link la lista completa http://humanageinstitute.it/category/leader/).

coaching21Su un totale di 87 partecipanti, ci sono 32 donne iscritte:14 sono studentesse, 16 professioniste/manager e due startupper. Nei team che si formeranno, verosimilmente misti, potranno portare lo sguardo femminile sul talento e la sua valorizzazione.

Nel corso della giornata, i partecipanti avranno la possibilità di incontrare stakeholder, professori universitari, professionisti e manager di Manpower e delle aziende partner, imprenditori ed esperti del settore HR: una grande opportunità di crescitanetworking e un’esperienza concreta di knowledge sharing.

Quale è “la marcia in più” di una donna – che, per natura, è portata a rivestire più ruoli sociali contemporaneamente – nell’individuare, valorizzare e promuovere il talento?
“E’ vero la  che donna è portata a gestire le  complessità, ma in genere lo fa con leggerezza e facilità essendo consapevole della sua capacità di mediazione e di organizzazione. Certo a volte il livello di intensità è elevato e quindi tenere tutto in equilibrio, può essere complesso”, spiega Rosanna D’Antona, Presidente e CEO di Havas PR Milano e Talent Leader di Human Age Institute (la fondazione di ManpowerGroup che ha promosso ed organizzato l’hackathon).

Rosanna D'Antona

Rosanna D’Antona

“Nel lavoro è importante che la donna si circondi di persone high talented e ad alto potenziale di crescita. Questo contribuisce ad alleggerire il peso della complessità, ma certamente è chiave saper individuare gli elementi distintivi di una persona di talento basandosi sugli aspetti legati al track record accademico o lavorativo, i risultati ottenuti, la flessibilità e creatività nell’affrontare le soluzioni a situazioni difficili etc. una volta individuato un talento però la cosa piu importante è trattenerlo. Ci sono aziende che investono molto nell’attrazione di un talento e la cosa peggiore che possa succedere è quella di perderlo per non avere avuto la possibilità di creare un humus favorevole al suo sviluppo e mantenimento. In questo una donna dovrebbe avere la capacità di ascolto ed osservazione sufficienti per “tenere d’occhio” i talenti e anticipare i loro bisogni e le loro aspettative professionali. Se poi la donna multitasking è anche una persona di talento l’abbinamento tra i due diventa un gioco da ragazzi!”.

Rapportato al contesto di un hackathon, qual è il valore aggiunto della componente femminile nei team che partecipano a queste tipologie di competizione?

“La qualità delle personalità femminili impegnate nell’ecosistema dell’innovazione italiano è davvero molto alta – sottolinea Ilaria Potito, Head of TIM #WCAP Accelerator (Partner di HAI Talent Hackathon) – La componente femminile porta nei team delle startup creatività ma anche pragmatismo. Crediamo fortemente nella presenza femminile nell’innovazione e non è un caso che TIM organizzi già da qualche anno un’importante iniziativa di questo tipo nelle città italiane e negli acceleratori TIM #Wcap. Si tratta dei TIMgirlshackathon, sfide tecnologiche dedicate alla programmazione di app e rivolte espressamente alle studentesse dei licei. In questo modo le ragazze si avvicinano, spesso per la prima volta, al mondo del coding, hanno così la possibilità concreta di conoscere il settore dell’innovazione e fare startup”.