Trentacinquemila occupati diretti e oltre sessantamila addetti per un settore che dà lavoro a circa duecentomila persone. “Il comparto cosmetico, seppure ancora considerato marginale da molti, è invece una eccellenza italiana”, commenta Fabio Rossello, Presidente Cosmetica Italia, l’associazione italiana delle imprese cosmetiche, che ha comunicato questi dati. “Il 54% degli occupati sono donne e l’11 % sono laureati, a fronte di una media nazionale del 6%. Le imprese italiane investono inoltre in ricerca e sviluppo dal 7 all’8% dei loro fatturati, a fronte di una media nazionale del 3-4 %”, dice ancora Rossello. Per crescere ancora, le aziende del beauty stanno puntando su professioni insospettabili, ben lontane dalla tradizionale figura dell’estetista…
Social media manager, esperti di vendite online, digital PR ( cioè esperti in comunicazione nell’ambito digitale), esperti di sistemi regolatorio e di sicurezza nazionale ed europeo, esperti di marketing orientato al cliente finale, new product developer (esperti di ricerca e sviluppo prodotti), esperti in retail multicanale. Sono le sette figure professionali più richieste dagli imprenditori italiani del settore cosmetico, non facili da trovare al momento, secondo la classifica stilata dalla società Ermeneia, società di analisi in ambito economico, sociale e culturale, che ha condotto la settima edizione del Beauty report, rapporto sulle industrie italiane e sui bisogni dei consumatori, per Cosmetica Italia. “I consumatori stanno cambiando abitudini nel campo della bellezza e le imprese si stanno riorientando sulla base di questi cambiamenti”, spiega Nadio Delai, autore dello studio e presidente Ermeneia. “L’uso dei nuovi media, dei social nei quali si dibatte e si condividono opinioni, le chat, i tutorial che spiegano come farsi belle, instagram che mostra risultati e prodotti, le blogger che danno suggerimenti oltre alla crescita dello shopping online, sono solo alcuni esempi di come le scelte e gli acquisti stiano profondamente cambiando. Si va nei negozi per provare ma poi si esce e lo shopping si fa in internet dove spesso si spende meno. La scelta di comprare nei negozi resta valida solo se diventano luoghi dove fare esperienze piacevoli e uniche. I nuovi mestieri sono quindi legati ai new media e alle nuove abitudini dei consumatori“.