La sera prima dell’ultima verifica di Chimica: argomento, bilanciamento di reazioni. Una sufficienza serve come a Conte serve un gol per iniziare bene gli Europei.
“Mamma, tu te lo ricordi?”
“Mhhhh. (Tradotto: figurati, odiavo la chimica quanto lei odiava me. Molto, evidentemente) Prendi il libro che che qualcosa ci capiremo”.
“Ce l’ho a scuola”.
E adesso? Che cosa ci inventiamo?
Giovanna Fonda l’abbiamo incrociata così, cercando disperatamente materiale su internet per studiare almeno un po’. “Questa donna è un mito, ho capito tutto”: l’alunno sedicenne quasi non crede a quello che dice. “Le sue spiegazioni mi incitano ad applicarmi sempre di più allo studio di questa materia considerata da me IMPOSSIBILE!” – “Adoro i suoi video! Spiega in maniera splendida ed è ordinata in maniera impressionante!”, è il tenore dei commenti sul suo canale YouTube, quasi mille iscritti, meno di un anno di vita.
“E pensare che ho iniziato solo per dare una mano a un allievo in difficoltà” spiega lei, laureata all’università di Trieste in Biologia, docente di sostegno all’istituto superiore Zanussi di Pordenone. “Nella mia scuola sono referente per i Dsa, disturbi specifici di apprendimento. Ho visto alcuni ragazzi davvero in difficoltà nella mia materia, e ho pensato di dare una mano: a volte basta poco per far capire che un argomento sembra ostico, ma poi è fattibile trovando in metodo e con alcuni accorgimenti”.
Così, da sola con il Mac, a casa, ha iniziato: “Mi sono ispirata a Tyler deWitt, un insegnante inglese di Chimica che fa delle ottime lezioni, ma in inglese: la mia prima esperienza è stata la traduzione di un suo video”. Le lezioni sono una combinazione di elementi: in primo piano foglio bianco, pennarello rosso e nero. Nel riquadro il volto di Giovanna, inquadrato da una telecamera fissa su un treppiede, che spiega. “Ho scelto volutamente un approccio poco tecnologico, e pur essendo una persona schiva ho pensato che vedere la persona che spiega aiutasse a creare un contatto con chi ascolta, facilitando il messaggio”.
E oggi arrivano, oltre ai ringraziamenti, le richieste di trattare altri argomenti: “Penso che userò questa estate per rispondere ad alcune richieste: noi insegnanti siamo spesso nel mirino, e spesso accusati di non fare mai abbastanza. Ma fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato: con me ci sono colleghi che danno il massimo a questi ragazzi”.
L’istituto Zanussi comprende un istituto tecnico del settore Moda (dove prevalgono le ragazze iscritte) e un professionale per l’industria e l’artigianato che forma manutentori per le aziende: solo sei le studentesse. Qui il legame con le aziende e l’alternanza scuola lavoro sono una realtà già consolidata: anche quest’anno l’Istituto ha partecipato al concorso nazionale 2015/2016 “Un Progetto di classe”, indetto da Gewiss Italia, azienda leader nella produzione di componentistica elettrica. La 5A settore elettrico, con la collaborazione delle classi 5E settore termico e 5M settore moda, ha fatto un lavoro di progettazione degli impianti elettrici di un villaggio sportivo, adottando tecnologie innovative di domotica e risparmio energetico, e si è classificata prima a livello nazionale su 130 classi di Istituti Tecnici e Professionali: è la terza vittoria consecutiva.