“Scusami ma ieri la gara non è andata bene, e più vai avanti, più ci rimani male”. Avanti Anna Andreussi, 44 anni, professione navigatrice, è andata parecchio. Nove volte campionessa italiana rally insieme al pilota compagno di gara e di vita Paolo Andreucci, Anna è una delle poche, pochissime donne in Europa che siedono sul sedile a destra in questo tipo di competizioni automobilistiche. E lo fa da professionista, con un contratto con la Peugeot Italia, in un mondo prevalentemente maschile. “Ricordo ancora il primo titolo importante su Tuttosport, dopo una delle prime gare con Paolo: Andreucci vince con la navigatrice imbarazzata. Era all’indomani della mia prima conferenza stampa, i giornalisti mi guardavano incuriositi e anch’io non ero così pronta a stare davanti a quel tipo di platea”.
Ex sciatrice agonista, Anna deve fermarsi a 18 anni per un infortunio. “Studiavo all’università, avevo davanti un futuro lavorativo nell’azienda di famiglia, ma mi mancava qualcosa. Per caso sono andata a vedere delle gare di rally. C’erano velocità, traiettoria, adrenalina. E’ uno sport dove sei tu e il cronometro, come nello sci”. Dopo qualche prova anche alla guida, Anna decide di prendere la licenza di navigatore, cioè della figura che guida il pilota nel percorso, anticipandone le caratteristiche e assicurandosi che vengano rispettati i tempi nelle prove speciali. “In pratica il copilota deve tenere il ritmo e sapere dove andare, chi guida deve pensare alla velocità”. Paolo Andreucci, già pilota affermato, la chiama senza conoscerla “avevamo un amico comune che gli ha dato i miei contatti, cercava una navigatrice donna anche per caratteristiche fisiche di maggiore leggerezza, che sulle performance di un’auto di rally possono fare la differenza. E io ero pronta. Perché in questo sport contano passione, dedizione, resistenza, precisione, concentrazione. Ma se passa il famoso treno della vita, devi farti trovare preparata”. Anna Andreussi ha iniziato a correre con Paolo Andreucci nel 2001, “posso dire che mi ha formata lui”.
C’è una frase che ti ripeti quando sei in competizione? “Devo fare un esercizio di concentrazione importante, gareggiare per due giorni ti mette alla prova. Bisogna fare attività fisica mirata, per esempio tanta ginnastica per collo, braccia, schiena. Attività aerobica per sostenere uno sforzo non intenso ma prolungato. E tante ore in officina. Pilota e navigatore sono gli unici a poter mettere mano alla macchina in gara. Oggi con Paolo so cambiare uno pneumatico in neanche due minuti”.