“Il 2 giugno del 1946 c’era molta agitazione, molto fermento tra noi donne che andavamo al voto per la prima volta. Tutto il Paese era pieno di vitalità. Nei giorni precedenti si tenevano comizi ovunque e a ripetizione, a volte erano tenuti da donne. E noi giovani giravamo per le case e spingevamo la gente, le altre donne, ad andare votare, a volte le accompagnavamo pure”. Maria S. è una maestra elementare siciliana, da anni in pensione, che ha sorpassato brillantemente le novanta primavere. Ricorda con molta lucidità l’atmosfera di quel 2 giugno, quando le donne, per la prima volta se si escludono le elezioni amministrative del marzo 1946, furono chiamate a votare alle politiche e allo storico referendum che ha sancito la nascita della nostra Repubblica.
Ieri, in memoria di quella giornata, si è tenuto un convegno nella cornice della Sala del Tempio di Adriano a Piazza di Pietra a Roma, organizzato dalle Fondazioni Giuseppe Di Vittorio, Giulio Pastore, Bruno Bozzi e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Presenti i rispettivi segretari Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. La Costituente e il voto alle donne, con rievocazioni di 70 anni tra storia, lavoro e diritti, sono stati i temi trattati. Ed è stata l’occasione per richiamare alla memoria il clima febbrile e pieno di fede nel futuro di quei giorni del 1946. Un clima che è stato spunto per sottolineare, oltre all’ importanza del sindacato a tutela della libertà della persona, della democrazia e del progresso della società, anche il ruolo delle donne italiane alla nascita della Repubblica e nella scrittura della nostra Costituzione.
Settant’anni dopo quel giorno in cui 13milioni di italiane si recarono per la prima volta alle urne, il bilancio sulla condizione delle donne in Italia, ancora troppo spesso discriminate, è a luci e ombre. Lo ha sottolineato Susanna Camusso, una donna leader del primo sindacato del Paese, la Cgil. Per le donne “il voto – ha spiegato la numero della Cgil – significò il diritto alla cittadinanza, il riconoscimento che erano cittadine-elettrici dotate di scelta e intelligenza, tema che continua ad essere di straordinaria attualità”. Da parte delle donne c’è stato un contributo determinante pure in economia. “Anche se – ha rimarcato la sindacalista – continua la discriminazione, non c’è dubbio che le donne siamo state fondamentali per lo sviluppo dell’economia del Paese. In una economia e in una perenne carenza di servizi sociali hanno contribuito a cambiare il clima sociale del Paese”. Insomma passi avanti ci sono stati “anche sulla rappresentanza politica ma non ancora abbastanza – secondo Susanna Camusso – da arrivare alla democrazia paritaria”.
Oggi, 2 giugno, inoltre, saranno emessi tre francobolli celabrativi: uno dedicato all’anniversario della Repubblica, uno per il 70esimo anniversario dell’estensione del diritto di voto alle donne e un ultimo dedicato al quarantesimo anniversario della nomina del primo ministro donna. Con l’auspicio che alle celebrazioni e ai convegni seguano anche passi concreti sul fronte della parità di genere nel mondo del lavoro, nella vita privata, nella politica.