Dal cibo al riciclo passando per la pulizia dell’argenteria. Sono le startup presentate alla fiera GreenJobs presso lo spazio BASE di Milano degli studenti di 27 istituti superiori della Lombardia. Sono loro, giovani tra i 16 e i 19 anni, che hanno curato la creazione di queste piccole imprese. Perché non si è mai troppo giovani per essere degli startupper.
“In America, grazie all’incontro con il fenomeno delle B corporation e delle startup della Silicon Valley mi è venuta l’idea di portare in InVento Lab un format di educazione che unisse il tema ambientale con quello dell’imprenditorialità” racconta Giulia Detomati, fondatrice di InVento Innovation Lab che, in partnership con Junior Achievement Italia ha curato il progetto GreenJobs di Fondazione Cariplo. Il percorso di GreenJobs nei licei lombardi è iniziato ad ottobre e ha accompagnato tutto l’anno scolastico di 49 classi con l’obiettivo di insegnare l’autoimprenditorialità creando startup che fossero sostenibili sia dal punto di vista economico sia da quello sociale e ambientale. Mettendo insieme le conoscenze ambientali di InVento Innovation Lab con quelle imprenditoriali di Junior Achievement Italia, più di mille studenti si sono messi alla prova con la creazione di 47 startup dall’impronta verde. Il feedback da parte dei ragazzi è stato positivo: “Quando hanno capito che avrebbero potuto davvero realizzare un’impresa, si sono messi in gioco con entusiasmo e passione, trasformando le loro idee in progetti concreti” spiega Detomati.
Le classi hanno individuato un’idea di business, sviluppato il prototipo di un prodotto o un servizio e circa una decina si sono proposte sul mercato: “Attraverso delle vendite realizzate soprattutto nell’ambito scolastico, rivolte ai genitori, agli studenti, ai ragazzi di altre scuole. Alcune start up hanno reinvestito parte del ricavato in progetti di beneficienza e tutte hanno realizzato servizi e prodotti che comportano benefici per la collettività” sottolinea l’ad di InVento.
Qualche esempio? Il Liceo Scientifico Olivelli Putelli di Darfo Boario in provincia di Brescia si è lanciato nel mondo dello street food con uno snack: PotaToes, che ha passato “la prova assaggio” con tre eventi di vendita nella scuola, una partnership con l’indirizzo alberghiero e una con quello informatico. Gli studenti del Liceo Artistico Orsoline di Milano hanno realizzato e venduto prodotti per la pulizia domestica e dell’argento adottando un modello di economia circolare: i prodotti Green Ash sono fatti con la cenere derivata dalla combustione di legna pura che nell’economia lineare verrebbe considerata scarto, mentre qui diventa materia prima per prodotti destinati alla detergenza. Un rifiuto trasformato in risorsa anche per la LetsGreen del Liceo Don Milano di Romano di Lombardia, Bergamo. La scuola ha potuto rifornirsi di carta partendo dai propri rifiuti attraverso la creazione di quaderni da vendere dentro l’istituto coinvolgendo una tipografia locale, il Comune, l’agenzia che si occupa di raccogliere la carta e le aziende green del territorio da pubblicizzare sui quaderni. Obiettivo finale: vendere 1000 pezzi.
La fiera arriva dopo un anno di educazione all’imprenditorialità sostenibile e sarà la fase finale. I ragazzi si mettono in gioco: allestiscono il proprio stand e si confrontano con una giuria di esperti. Le 15 migliori idee tengono un elevator pitch che, nel linguaggio delle startup, significa una presentazione davanti ad imprenditori. I vincitori della giornata andranno alla fase nazionale della competizione e avranno la possibilità di arrivare anche a quella internazionale, in Svizzera.
Quale sarà il futuro di Greenjobs il prossimo anno? La collaborazione con Fondazione Cariplo probabilmente continuerà e alcune scuole si sono già fatte avanti per attivare il progetto come offerta di alternanza scuola-lavoro che, con il decreto Buona Scuola del marzo 2015, dall’anno prossimo sarà obbligatoria.