4.300 miliardi è il valore delle riserve valutarie della Cina, che nonostante il recente rallentamento resta la seconda potenza economica del mondo. E 4.300 miliardi è anche il valore economico delle donne americane. O meglio: è il contributo che le donne americane potrebbero dare al Pil USA se la parità di genere negli Stati Uniti fosse già una realtà. Una fetta extra di Pil per la quale basterebbero 475 miliardi di capitale da investire. Le donne rendono molto più della Borsa: ogni dollaro investito si trasformerebbe in un guadagno di 9 euro per la nazione.
A fare i calcoli (sono al 2025) è il prestigioso McKinsey Global Institute, che solo un anno fa stimava in 3.100 i miliardi di extra Pil americano che le donne sarebbero state in grado di generare. In un solo anno, le quotazioni rosa hanno addirittura aumentato il loro valore. Sempre secondo questi calcoli, il 40% dell’extra valore generato dalle donne deriverebbe da un aumento delll’occupazione femminile, il 30% dall’equiparazione tra numero di donne e numero di uomini che lavorano part-time e un altro 30% dallo spostamento delle donne che già lavorano dai settori meno produttivi a quelli più produttivi.
Le donne americane però non sono un potenziale di ricchezza per tutti gli stati della federazione allo stesso modo. Per la costa ovest, dalla California su fino a Seattle, così come per la regione dei laghi, grazie alla parità di genere il Pil potrebbe crescere solo fra il 5 e il 10%. Molto meglio andrebbe a est, tra le due Caroline, la Virginia e la Florida, dove l’incremento Sarebbe tra il 10 e il 15%. Primo premio al New Mexico: il rosa qui farebbe avanzare il Pil di oltre il 15%: Mentre nelle 50 più grandi città a stelle a strisce l’aumento sarebbe in media del 13%.
FOra, la domanda è: chi saprà capitalizzare meglio questa opzione di investimento? Sulla carta, sarebbe un jolly perfetto tra le carte del candidato alle Presidenziali Hillary Clinton...