Sono anni ormai che i trentenni di oggi hanno la netta sensazione di guadagnare meno dei loro genitori. E’ bastato un cambio generazionale, e l’ascensore sociale ha cominciato a scendere, anziché a salire. Ora questa sensazione di pancia è diventata anche una certezza dei numeri: uno studio del quotidiano inglese Guardian commissionato al Luxembourg Income Study (Lis) dimostra che i 20-35enni, i cosiddetti Millennials, negli anni hanno visto sensibilmente calare, anziché aumentare, il loro potere d’acquisto. Anche del 20%. Mio padre guadagnava più di mio nonno, io guadagno meno di mio padre. Questo se sono uomo. E se sono una giovane ventenne? Le cose si fanno assai più complicate.
Prendiamo l’Italia, di cui lo studio Lis parla. Primo dato: in venticinque anni il reddito medio dei 25-29enni è calato del 19%. Vuol dire che rispetto a un ventenne degli Anni 80, un ventenne di oggi guadagna un quinto in meno. Al contrario, un 65enne di oggi ha visto crescere il proprio reddito del 12% rispetto a un 65enne di venti o trenta anni fa. E adesso il secondo dato: una donna italiana in media guadagna 1.867 euro lordi al mese (fonte Wageindicator Foundation), un uomo 2.333. Vuol dire che una lavoratrice oggi guadagna in media il 20% in meno di un lavoratore.
Risultato (spannometrico, ma non troppo): una ventenne italiana di oggi guadagna il 20% in meno perché è donna, e il 20% in meno perché è nata nel quarto di secolo sbagliato. Quello della crisi.
Le cose non vanno meglio alle Millennials d’Oltreoceano. Una ventenne americana guadagna solo il 9% in meno perché è nata negli anni Novanta, ma intasca addirittura il 25% in meno perché è donna. Mentre le australiane sono privilegiate solo in apparenza: è vero che qui le ventenni oggi guadagnano il 27% in più delle giovani degli anni Ottanta, ma rispetto ai Millennials maschi oggi guadagnano il 30% in meno. Comunque la si metta, in fatto di salari andava meglio alle nostre mamme.