L’ultima volta di cui mi ricordo è stato gennaio di quest’anno: Obama ha pianto per le vittime delle lobby degli armi negli Usa. Era successo altre volte: il presidente degli Stati Uniti non ha mai avuto paura di mostrarsi umano, di mostrare la sua sofferenza.
In quelle occasioni nessuno ha commentato che fosse un debole, o che dovesse per questo dare le dimissioni. Cosa invece successa nel caso delle lacrime di Federica Mogherini, rappresentante dell’Unione per gli affari esteri, nella conferenza stampa dopo gli attentati di Bruxelles. Forse Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile e candidato a sindaco di Roma, era distratto e Giorgia Meloni non si è accorta che una tale manifestazione di inadeguatezza al ruolo politico stesse avvenendo anche dall’altra parte dell’oceano, quando a piangere era il presidente degli Stati Uniti.
Su questo dibattito lezioso e inutile, ma elettoralmente prezioso evidentemente, si stanno giocando due partite. Una è quella dei sentimenti: è giusto che un politico ne abbia? Non dovrebbe sempre mantenersi freddo: mostrare che nulla lo scalfisce? “Rassicurarci” sul fatto che ha tutto sotto controllo? Un leader è un macho, è il più forte di tutti. Leadership antica e sorpassata: oggi che il mondo vive (e sopravvive) solo di relazioni. Qualcuno mandi a Roma una copia di Goleman.
La seconda partita è quella delle donne. Le donne, numerose e di qualsiasi colore politico, che si sono alzate in piedi per difendere il diritto della Meloni a candidarsi a sindaca incinta. Le donne, come la candidata, che non vedono l’ora invece di sparare sulle altre, colpevoli forse di essere professioniste valide. E gli uomini come Bertolaso, così spaventati dalla diversitá e così ignoranti su che cos’è la forza d’animo di chi sa piangere, da commettere dei veri e propri strafalcioni di storia contemporanea. Ma diamo la possibilitá al candidato sindaco romano (che ha deninito le lacrime di Mogherini “imbaazzanti”) di dirci che cosa pensa delle lacrime di Obama o di quelle di Vladimir Putin. Per non parlare di tutte le lacrime versate negli anni sia da politici di destra sia di sinistra: Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Achille Occhetto, Pier Luigi Bersani, Renato Brunetta. Una “debolezza” che non conosce differenze geografiche, visto che c’è caduto l’americano Bush come il giapponese Nonomura.
Che le lacrime in politica abbiano un peso diverso a seconda di chi le versa?