Potrebbe essere Londra, ma anche New York. Cambia lo skyline ma non le distanze che una donna deve coprire per andare da casa al lavoro, a una serata importante. E ritorno. “Le décolleté viste spuntare dalle bag di donne con le sneaker ai piedi, più comode per correre da una parte all’altra della città, hanno acceso la mia fantasia”, dice Alexandra Alberta Chiolo. “Viaggiatrice compulsiva”, oggi 28enne, Alexandra cinque anni fa torna nella sua Torino dopo uno dei tanti viaggi in una metropoli estera e prova a mettere nero su bianco un’intuizione, la scarpa che cambia funzione a seconda dell’esigenza.
Nessun background nel mondo della calzatura, una laurea in scienza della comunicazione, la passione per la moda, qualche corso di taglio e cucito, tanta voglia di cambiare le regole del gioco “che però gioco non è”. E da un prototipo in legno realizzato con una falegname di fiducia nascono Le Albertine, scarpe con tacchi e plateau intercambiabili, che possono diventare alte o basse in base alla necessità del momento, praticità o eleganza. Tutto grazie a un click, brevettato, che permette di agganciare e sganciare alla medesima tomaia elementi di diverse altezze, colori e materiali, tutti acquistabili separatamente.
“Ci sono voluti quattro anni di ricerca, studi, crash test per raggiungere un prodotto perfetto in termini di sicurezza e confort. Ma era l’unica via possibile per trasformare un sogno in una realtà con una sua sostenibilità economica”, afferma Alexandra. Tradotto in cifre, in questi anni l’azienda ha investito in ricerca e sviluppo circa quattro milioni di euro. La società è stata sostenuta direttamente sia dalla famiglia Chiolo che da una SIF lussemburghese, che ha sottoscritto aumenti di capitale pari a 3 milioni 325 mila euro, valutando il solo progetto 50 milioni di euro. “A oggi – prosegue Alexandra – continuiamo a coltivare contatti sia con investitori industriali che di capitale”.
Nel 2015 ha avuto inizio il processo di commercializzazione, che ha generato ricavi per circa 300 mila euro. “Le prime vendite si sono concentrate sull’attività diretta svolta attraverso il nostro sito ecommerce, al quale oggi stiamo affiancando il canale retail”. La produzione è stata di circa 1.000 paia di calzature e relativi componenti e le vendite hanno rappresentato circa un terzo della produzione. Oggi, accanto alla Albertine Icon, completamente artigianali, arrivano sul mercato le Albertine POP, décolleté in gomma con tacchi e plateau intercambiabili, con lavorazione semindustriale.
Un consiglio ai giovani che vogliono provare a trasformare un sogno in un’impresa? “Per trasformare un sogno in un progetto imprenditoriale non bisogna avere fretta. E quando l’impresa diventa realtà, bisogna tornare a coltivare il sogno”. La tua sfida quotidiana? “Le Albertine sono un articolo che non esisteva prima, vorrei far capire che non si tratta di un fenomeno passeggero, ma della possibilità di cambiare il concetto di calzatura come lo abbiamo conosciuto fino ad ora”. Dal prossimo 2 aprile le Albertine saranno presenti all’interno della 21esima Esposizione Internazionale presso La Triennale di Milano.
Ecco il tutorial: