Dopo avere guardato ai settori che vedono la maggiore presenza femminile nei ruoli direttivi e alla mappa delle province dove hanno sede le aziende più amiche della carriera al femminile, una nuova analisi va a indagare quali ruoli di comando (presidenti, vicepresidenti, AD, consiglieri…) ricoprono uomini e donne nelle aziende italiane.
I risultati sono abbastanza sconcertanti. Mediamente le donne al comando sono circa un quinto, ma è proprio come scalare una montagna: più ci si avvicina alla vetta, meno alberi (in questo caso donne) si incontrano. È interessante notare che quando un’azienda ha parecchi posti al vertice (più vicepresidenti e amministratori delegati, ad esempio), è possibile che una donna trovi spazio. Se invece i posti sono pochi o uno solo, allora verrà quasi sempre scelto un uomo.
Un esempio? Il 34,41% delle aziende ha almeno un membro del consiglio direttivo donna e il 46,82% delle aziende ha almeno un consigliere donna, ma solo il 20,46% delle aziende ha un amministratore delegato (unico) donna e appena 10,3% delle aziende ha un presidente donna. Se esaminiamo poi le aziende distinguendole per dimensione, allora scopriamo che le dimensioni – come dimostra Godzilla – contano eccome. Solo il 33% delle micro-aziende ha una donna ai vertici, contro il 42% delle grandi. Dunque le grandi aziende sono più illuminate? In realtà hanno solo organi decisionali più folti e plurali.
Se infatti esaminiamo le posizioni top dei top (cioè ad, presidente, vicepresidente…) scopriamo che le migliori (si fa per dire…) sono le micro-aziende (20%) mentre le peggiori sono proprio le grandi (16%). Un cambiamento dunque, per quanto incerto, parte dal basso.
Nota: dati forniti da Atoka, strumento di sales intelligence della startup Spazio Dati. Poiché alcune cariche prevedono solo un ruolo (ad es c’è un solo presidente), solo in questi casi davvero la somma donne e uomini fa 100. Negli altri casi, ad esempio per gli amministratori delegati, la lettura è: almeno una donna, almeno un uomo.