Il divorzio? Diventa una questione da ricchi

divorzio4Da ieri per la Cassazione, in caso di divorzio, il criterio per la titolarità di un assegno di mantenimento è l’autosufficienza e non il tenore di vita. Pare che sia una sentenza femminista, pare che sia una rivoluzione, se ne discute molto e se ne scrive altrettanto, ma quelle che mi paiono prevalere sono due posizioni che si possono sintetizzare in “meno mantenute, più astrofisiche” e in “finalmente liberi da queste sanguisughe”.

Invece brutta sentenza, secondo me, perché parte dalla presunzione – smentita da fatti e numeri – che esista una parità retributiva e occupazionale fra donne e uomini, perché non riconosce il tempo di cura – spesso distribuito in maniera disomogenea fra i coniugi – e perché rende ancora più fragile e ricattabile il soggetto più debole in un matrimonio o in un’unione. Il soggetto più debole è quello che non lavora per dare cura, o che lavora meno per dare cura e permettere all’altro carriera, o quello che lavora ma guadagna meno o è comunque più debole economicamente. Proprio chi si prende cura della famiglia, a scapito della carriera e dello stipendio, sarà meno indipendente o pagherà molto più cara la sua indipendenza. “Donne svegliatevi”! Sì, certo ma le tutele sono importanti per chi arranca, non per chi ce la fa.

divorzio5A dirla tutta, la sentenza di Cassazione interessa ben poco: riguarda un caso specifico ormai piuttosto noto; recepisce un indirizzo maggioritario che viene utilizzato dai tribunali per calcolare l’assegno divorzil; e poi il nostro ordinamento non è un common law. Vale molto di più il clamore che suscita. Il racconto che se ne fa è quello di una conquista civile. Eppure non esistono libertà civili agibili senza libertà economiche e se in Italia ci sono circa 800mila padri separati che vivono sotto la soglia di povertà non è colpa delle pretese delle mogli. Le cause probabilmente vanno cercate nell’alto numero di famiglie monoreddito perché uno dei due non ha altra scelta che di restare a casa con i figli; oppure perché i salari sono bassi, il potere d’acquisto diminuito, l’occupazione scarsa.

Le separazioni e i divorzi hanno sempre un impatto economico negativo, talvolta gravissimo o devastante e forse sono roba da ricchi.

  • Lorenzo |

    L’autore mi pare rimasto agli anni ’50…

  • Francesco Deramo |

    Si vede che non solo non conosci la realtà, ma hai avuto la fortuna di non provare vessazioni, pretese e ricatti sulla tua pelle.

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