OrtiAlti, l’idea diventa impresa se c’è resilienza

ortialtiUna docente universitaria con vocazione imprenditoriale e una ricercatrice al Politecnico di Torino, un’idea forte e tanta tenacia. O, come si dice adesso, resilienza, sostantivo forse non a caso femminile che indica la “capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi”. E qualche “urto” i due architetti Elena Carmagnani ed Emanuela Saporito hanno dovuto assorbirlo, prima che il loro progetto OrtiAlti diventasse impresa.

“OrtiAlti trasforma i tetti piani in tetti verdi coltivati a orto”, spiega Emanuela. “E’ una iniziativa che coniuga progettazione sostenibile e partecipata, marketing urbano e innovazione sociale”.  L’idea con cui hanno partecipato nel 2013 a un bando europeo, non vinto, è diventata pratica con il progetto pilota Ortoalto Le Fonderie Ozanam, a Torino: un orto sul tetto del ristorante di cooperativa Le Fonderie Ozanam, inaugurato a maggio di quest’anno, che produce le verdure utilizzate dagli chef e crea un nuovo spazio di socialità per tutto il quartiere. L’edificio in cui si colloca questo progetto è una ex fonderia realizzata negli anni ’30 del ‘900 e attiva fino agli anni ’70. Oggi è di proprietà della Città di Torino, data in gestione alla Cooperativa Meeting Service e ad altre associazioni culturali.

La stessa OrtiAlti è a oggi una associazione culturale, con uno staff tutto al femminile. “Non abbiamo ancora costituito la startup – spiega Eleonora – perché avevamo bisogno di testare la sostenibilità economica dell’attività. Dopo che abbiamo vinto il primo premio del concorso WE – Women for Expo 2015 abbiamo potuto disporre delle risorse finanziarie, la visibilità e la rete di relazioni che servivano per realizzare il prototipo. Adesso siamo pronte ad affrontare la seconda fase e a mettere a punto un modello scalabile e replicabile”. Quali sono i vantaggi di trasformare un tetto in un luogo verde? “A parte la produzione alimentare, un tetto piano trasformato in orto o giardino aumenta di oltre il 15% il valore dell’edificio su cui si realizza; lo isola, riducendo del 10-30% il suo consumo energetico e permette di controllare il flusso dell’acqua piovana assorbendone oltre il 35%. Contribuisce a ridurre l’effetto delle isole di calore urbano e le emissioni di CO2 e a mitigare l’inquinamento acustico urbano. E promuove la socialità”.