
Hanno stipendi più alti o sono le breadwinner della coppia*, eppure molte di loro rallentano la progressione professionale e rischiano il ristagno delle proprie carriere. Nonostante il successo sul lavoro raggiunto, le professioniste finiscono su queste traiettorie perché tendono a sovraccaricarsi delle necessità domestiche. Spinte, secondo un recente studio della Neoma Business school, dall’ordine simbolico dei ruoli in famiglia.
Messo in altri termini, il persistere di certi modelli sociali “tradizionali” – la donna cura la casa e l’uomo provvede al sostegno economico -, giocherebbe un ruolo importante nella propensione comune a molte di rallentare nella crescita in ambito professionale.
Analizzando oltre un ventennio di dati, lo studio da “Dollars and Domestic Duties. A 22-year study of income, home labor, and gendered career outcomes in dual-earner couples”** tratteggia l’impatto dell’inversione dei ruoli di genere nella coppia sulle carriere delle lavoratrici.
L’evidenza principale? Il fatto che un successo professionale maggiore delle donne rispetto a quello dei compagni o mariti, destabilizza la posizione sociale del partner. Una situazione che, secondo i ricercatori, causerebbe in queste lavoratrici l’attivazione di meccanismi di compensazione. Sarebbero infatti propense a caricarsi di ulteriori incombenze domestiche, a prescindere dall’alto impegno richiesto sul lavoro fuori casa, trovandosi quindi, in certi casi, a rifiutare una promozione o un trasferimento.
Scrivono gli autori della ricerca: queste professioniste «tendono a fare sforzi – anche inconsapevoli – per rassicurare e preservare (i partner), spesso assumendo un ruolo tradizionale da ‘angelo del focolare’». Il risultato è che, così facendo, necessariamente rallentano la loro crescita professionale, perché, di fatto, si trovano schiacciate dal peso dei lavori di cura. Fino a quando, a un certo punto, non sono più in grado di mantenere lo stesso livello di coinvolgimento al lavoro.
Di contro, stando allo studio dell’università francese, le opportunità e i percorsi di carriera per gli uomini non sono influenzati allo stesso modo. Sia che guadagnino meno delle mogli/compagne o che, all’opposto, sostengano economicamente la famiglia, le loro traiettorie professionali restano stabili. E non si registra tra i lavoratori una diffusione di fenomeni di compensazione simile a quella presente invece tra le donne. I lavoratori, si legge nella ricerca, «percepiscono maggiormente il bisogno di svolgere il ruolo di ‘sostegno economico’ per sentirsi veri uomini per sé e agli occhi degli altri».
L’unica eccezione a queste dinamiche di genere, secondo gli studiosi della Neoma, è rappresentata dalle coppie in cui i guadagni dei partner sono equivalenti. Solo in questi casi infatti le donne hanno possibilità di avanzare più equilibrate a quelle degli uomini. In queste composizioni famigliari, è anche presente una divisione più equa dei compiti domestici.
I ruoli di genere nella coppia
Nota e ben documentata è la sproporzione dei carichi di cura familiare sulle spalle delle donne – lavoratrici o meno che siano. Al contrario, meno approfondito, l’impatto che il reddito ha sulla divisione delle incombenze domestiche nelle coppie in cui entrambi i partner lavorano e nelle quali le mogli o le compagne hanno le entrate maggiori.
Lo studio Neoma traccia il quadro di come la spartizione delle faccende quotidiane influenza la carriera delle professioniste di successo, grazie a dati ventennali raccolti su oltre 7.200 coppie. Dall’analisi appare evidente che le lavoratrici che guadagnano più dei partner risultano svantaggiate sia in casa che sul lavoro: intrappolate in un circolo vizioso. Quando arrivano al successo professionale, sentono di doversi comunque occupare delle necessità domestiche. Ma poi schiacciate dalle incombenze domestiche, faticano però a tenere il passo nella professione e si trovano a dover quindi rallentare le prospettive di avanzamento.
Tendenze comuni tra le lavoratrici in carriera che, spiegano i ricercatori, non possono essere giustificate solo in termini economici. Se gli equilibri di genere nelle responsabilità di cura fossero definiti dagli stipendi di ciascun membro della coppia, e quindi «se fosse solo una questione economica, i ruoli si invertirebbero insieme al reddito. Invece, le donne che guadagnano più dei loro mariti restano svantaggiate, proprio come quelle che guadagnano meno». A riprova che l’ordine simbolico della coppia non segue quello del guadagno personale.
Il carico delle faccende di casa sulle spalle delle donne
I dati confermano ancora una volta: in qualsiasi tipo di composizione familiare, le donne si occupano più degli uomini delle faccende domestiche. A prescindere dalla classe sociale, dalla carriera che stanno affrontando oppure dall’età.

Lo ribadisce anche la professoressa Hyejin Yu, co-direttrice dello studio, interpellata in merito. «La differenza di reddito non influisce tanto sulla divisione dei compiti domestici (neppure) nelle famiglie delle generazioni più giovani».
Infatti, «verrebbe da pensare che si tratti di un fenomeno superato. Che forse le giovani generazioni non risentono delle dinamiche di reddito perché hanno una visione più equa» della divisione dei compiti. Al contrario, questo non succede nemmeno nelle coppie benestanti. E il carico domestico ricade comunque soprattutto sulle donne. «Per quanto comunemente si pensi che le coppie più ricche siano più libere da carichi domestici, avendo i mezzi per poter assumere qualcuno per occuparsene, abbiamo invece scoperto che in realtà non è così».
La natura simbolica delle faccende domestiche
Lo stallo delle carriere al femminile, dicevamo, non riguarda più solo un tema di soldi. Ma è legato anche al ruolo simbolico delle faccende di casa nelle dinamiche di coppia. Chiarisce Yu: «Analizzando la letteratura sul lavoro domestico, gli studi affermano che le coppie sposate e quelle conviventi ricorrono al genere per mantenere unito il matrimonio. In sostanza, gli studiosi sostengono che il matrimonio sia una performance, in cui ci si trova a recitare ruoli» specifici, maschili o femminili.
In questa visione, «il lavoro domestico non è solo un compito neutrale da svolgere. Ma, faccende come la pulizia della casa o fare le lavatrici in particolare, hanno una funzione importante come simbolo, soprattutto per le donne. Per mantenere la loro femminilità, ma anche conservare la mascolinità del partner». Se hanno successo economico e professionale, ma sentono il venir meno di questi costrutti sociali/di ruolo, facilmente si innesca in loro il citato meccanismo di “compensazione” che le porta a sovraccaricarsi anche delle necessità casalinghe. E, di conseguenza, rallenta le loro possibilità di crescita. Cosa che non succede invece se si guarda alle traiettorie seguite dai lavoratori uomini.
Negli unici casi che sfuggono alle logiche descritte, cioè in cui i due partner hanno stipendi simili, i partner, spiega Yu, «tendono ad avere una divisione più equa dei compiti domestici». Ed entrambi i membri della coppia mostrano «di avere maggiori possibilità di successo professionale». In sintesi, in certo modo un migliore equilibrio nello svolgere le faccende di casa si associa a migliori opportunità anche per le donne.
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* In tutto il pezzo quando si fa riferimento a coppie eterosessuali, sposate o conviventi, che rappresenta la tipologia di contesto studiato dalla ricerca Neoma.
** Lo studio il cui titolo è traducibile con “Dollari e faccende domestiche. Uno studio di 22 anni di dati su reddito, lavoro domestico e risultati professionali in base al genere in coppie a doppio reddito”, è stato pubblicato sul Journal of Organizational Behavior.
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