Le donne afghane non hanno il diritto di esistere. Ogni nuova legge del regime talebano toglie un diritto a quante vivono nel Paese: il diritto di studiare, di lavorare, di viaggiare, di guidare, di uscire da sole, di alzare la voce, di cantare. E proprio sul tentativo di togliere loro la voce, le donne afghane sono tornate a reagire e postano sui social video in cui cantano, come estremo atto di resistenza.
Eppure il mondo va avanti, la politica internazionale sembra non accorgersi della nuova apartheid di genere che sta cancellando l’esistenza di milioni di esseri umani nel Paese.
Il vertice di Tirana
A Tirana, in Albania, si stanno riunendo oltre 130 donne afghane con l’obiettivo di sviluppare una voce unitaria e lottare contro la repressione dei talebani. Ne dà notizia il Guardian. Il giornale britannico riferisce che ad alcune donne che hanno cercato di raggiungere il vertice dall’interno dell’Afghanistan è stato impedito di viaggiare, alcune sono state fatte scendere dai voli in Pakistan e altre sono state fermate alle frontiere. Altre donne hanno viaggiato da Paesi come l’Iran, il Canada, il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove vivono come rifugiate.
«In questi tre giorni, le donne afghane di ogni provenienza si riuniscono per unire i loro sforzi per cambiare l’attuale status quo in un momento in cui le donne afghane sono completamente cancellate dalla sfera pubblica» ha spiegato Fawzia Koofi, attivista ed ex parlamentare afghana, la cui organizzazione Women for Afghanistan ha organizzato il vertice. «Miriamo a definire strategie su come rendere i talebani responsabili delle violazioni dei diritti umani che stanno perpetrando e su come migliorare la situazione economica delle donne all’interno del Paese» ha aggiunto.
Le leggi “vizio e virtù”
Il vertice si sta svolgendo poche settimane dopo la pubblicazione da parte dei talebani di nuove leggi sul ‘vizio e la virtù’ che vietano di far sentire la voce delle donne in pubblico. Le leggi hanno stabilito che è obbligatorio per una donna velare il proprio corpo in ogni momento in pubblico e che una copertura per il viso è essenziale per “evitare tentazioni”. I vestiti non devono essere sottili, stretti o corti. Le donne sono obbligate a coprirsi davanti a maschi e femmine non musulmani “per evitare di essere corrotte”. La voce della donna viene poi considerata intima e quindi “non deve essere sentita cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico”. È stato poi vietato alle donne guardare gli uomini a cui non sono legate da vincoli di sangue o di matrimonio e viceversa.
La solidarietà spagnola
Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares, ha inviato un messaggio alle donne afghane che si stanno riunendo per un vertice in Albania, a Tirana, contro la repressione dei talebani. «Non siete sole, la Spagna è con voi”, ha detto il ministro rivolgendosi alle donne che “ogni giorno lottano per difendere i loro diritti e quelli delle loro figlie”. “Continueremo a dare appoggio alle agenzie Onu che lavorano per e con voi, affinché vi arrivino aiuti umanitari» possiate «continuare ad accedere all’istruzione, abbiate accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e affinché possiate continuare a lavorare”, ha aggiunto Albares, sottolineando che la voce delle donne afghane “deve sentirsi alta e chiara in tutti i forum in cui si parla del futuro dell’Afghanistan».
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