Nell’era digitale, per la maggior parte della popolazione mondiale, accedere a internet è una garanzia. Però questo non vale dappertutto. Nonostante gli sforzi comuni sul superamento delle disuguaglianze digitali, esistono infatti aree della terra in cui si parla di digital divide, ossia di un divario tecnologico che rende l’accesso alla rete limitato o persino inesistente.
In Africa per esempio solo il 40% della popolazione ha accesso alle tecnologie digitali, a differenza della percentuale americana ed europea che tocca circa il 90%. Si tratta dei risultati pubblicati dalle Nazioni Unite tramite l’Itu (International telecommnication union), e proprio da questo punto di partenza è nato il progetto Kamara Yokie Innovation Center, il primo spazio tech in Sierra Leone pensato per la formazione di ragazze e ragazzi. La ceo è Hawa Yokie, membro della UN Women Generation Equity Youth Task Force, che ha pensato a uno spazio dove collaborare direttamente con scuole e comunità, promuovendo lo sviluppo di diverse competenze, come l’alfabetizzazione digitale, la programmazione informatica, la robotica, l’elettronica, la progettazione 3D e la tecnologia dei droni.
La storia Hawa Yokie, pioniera tech in Sierra Leone
La sua famiglia voleva che studiasse legge, lei era invece interessata alla scienza e alla tecnologia. «Ho sempre voluto pensare a un modo per apportare un cambiamento e avere un impatto sulla mia comunità”, dice Hawa Yokie ad AlleyOop, 24 anni, originaria di Kenema in Sierra Leone. Dopo aver terminato la scuola superiore, durante una delle sue visite a un villaggio vicino a Kenema, ha scoperto che la maggior parte delle ragazze aveva abbandonato la scuola ed era incinta, o aveva già partorito. Tra le altre cose poi mancava l’elettricità per studiare. “Nelle comunità rurali dove non c’è accesso all’elettricità, le ragazze hanno poco tempo per studiare di notte [perché devono svolgere le faccende domestiche durante il giorno], il che porta a scarsi risultati scolastici e alla fine all’abbandono scolastico», ha spiegato.
Così è iniziato il viaggio nell’innovazione di Hawa. Si è specializzata dapprima in energie rinnovabili, creando la start-up SolWind che combina energia solare ed eolica per generare elettricità per la comunità. «Siamo riusciti a fornire energia elettrica a cinquanta case» racconta Yokie.
L’idea di fondare il Kamara Yokie Innovation Center
Quando Hawa si è iscritta all’università di Freetown, la capitale della Sierra Leone, si è resa conto che molti suoi coetanei non sapevano usare il computer. Durante la pandemia di Covid-19 li ha visti in difficoltà per adattarsi alle lezioni online. Per questo Hawa ha avviato corsi di informatica per gli studenti dell’università, per poi dedicarsi anche all’insegnamento rivolto ai bambini e alle bambine più piccoli.
«Nel 2021 bbiamo raggiunto le scuole e abbiamo iniziato a insegnare informatica, il coding e la programmazione, lanciando anche la campagna Stem for us by us» aggiunge Hawa Yokie. La campagna ha messo in contatto i professionisti che lavorano nei settori Stem con i giovani interessati a questo tipo di carriera.
Nel 2023 poi, insieme al suo collega Abu Kamara, Yokie ha lanciato il Kamara Yokie Innovation Center, uno spazio sicuro in cui i ragazzi e le ragazze possono apprendere le tecnologie digitali. Il primo in assoluto in Sierra Leone. «Avevamo già fondato quindici club Stem [attraverso la campagna Stem for us] e avevamo avuto un impatto su oltre cinque mila giovani studenti in tutta la Sierra Leone» afferma Yokie. Il centro tech incoraggia quindi gli studenti a innovare e risolvere i problemi.
«Alcuni nostri studenti hanno imparato la tecnologia dei droni e la stanno usando per mappare i problemi di sicurezza durante la stagione delle piogge, per studiare il cambiamento climatico e le questioni di igiene. Alcuni nostri studenti hanno imparato per esempio a usare l’idroponica per l’agricoltura». L’organizzazione aiuta anche gli studenti a ottenere finanziamenti per implementare le soluzioni nelle loro scuole e comunità.
Stereotipi di genere e l’importanza del mentoring per le ragazze nella tecnologia
«All’inizio del mio percorso formativo non potevo studiare scienze. Ci è voluto tempo per convincere i miei genitori: se mi avessero impedito di studiare materie Stem, chissà dove sarei oggi», si domanda Hawa Yokie. Gli stereotipi di genere nel suo paese hanno più volte minacciato la sua carriera. “Durante un’installazione di pannelli fotovoltaici per il progetto SolWind dovevamo salire su un tetto. Qualcuno mi ha detto: ‘Non dovresti salire in cima, è un lavoro da uomini’.” Yokie e migliaia di ragazze e giovani donne in tutto il mondo combattono ogni giorno contro questi stereotipi. «Ci sono solo poche donne nel settore tecnologico in Sierra Leone», continua Hawa Yokie. «Per questo mentoring è davvero importante, perché avere dei tutor che credono in quello che fai e ti supportano può davverp cambiarti la vita».
Con il 70 % dei suoi programmi incentrati sulla formazione delle ragazze, il Kamara Yokie Innovation Center si propone di migliorare l’accesso delle donne all’apprendimento digitale e di offrire loro anche un servizio di tutoraggio. Eppure una delle sfide più grandi che prova a gestire come ceo è ancora l’accesso ai finanziamenti per organizzazioni guidate da donne.
Cosa diventerà il Kamara Yokie Innovation Center
«Dal 2021 a oggi siamo riusciti a raggiungere circa sette mila giovani studenti. Vogliamo aumentare questo numero. Ma vogliamo anche raggiungere studenti e comunità in tutta la Sierra Leone e persino al di fuori». Il suo sogno è che l’Innovation Center diventi un centro di nuove idee in cui i giovani africani possano progettare soluzioni capaci di risolvere i problemi delle proprie comunità.
Hawa Yokie è convinta che le attività svolte nel Kamara Yokie Innovation Center abbiano un impatto reale sui bambini delle comunità rurali. «Li hanno aiutati a usare la loro immaginazione e ad apprendere in modo facile e divertente». I bambini che partecipano al centro hanno di fatto risultati buoni a scuola. «La tecnologia è qui per restare. Dobbiamo usare la tecnologia come strumento per raggiungere i luoghi in modo che le nostre voci siano ascoltate. Dobbiamo usare la tecnologia per il bene».
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