Una nessuna centomila, al via la raccolta fondi per i centri antiviolenza

Sostegno ai centri antiviolenza e alle cooperative che aiutano le donne nei percorsi di formazione lavorativa. Trasformazione culturale. Educazione all’affettività nelle scuole. Sono gli obiettivi di Una Nessuna Centomila, fondazione per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne, nata a novembre 2022 e fondata da Fiorella Mannoia (presidente onoraria), Giulia Minoli (presidente), Celeste Costantino e Lella Palladino (vicepresidenti). La Fondazione ha lanciato dal 24 al 30 settembre una campagna attraverso il numero 45586, in collaborazione con Differenza Donna – che gestisce il numero verde nazionale antiviolenza e stalking 1522 –  per raccogliere fondi a sostegno dei centri antiviolenza italiani e sensibilizzare contro il fenomeno della violenza di genere. Nel 2024 si terrà poi il concerto all’Arena di Verona, con la direzione artistica di Fiorella Mannoia, in modo da replicare il concerto al Campovolo dell’11 giugno 2022, da cui è partita l’iniziativa Una Nessuna Centomila.

Sostegno ai centri antiviolenza

I centri antiviolenza nel nostro paese vivono forti difficoltà: per ottenere finanziamenti devono presentare dei progetti agli enti locali e ogni volta sperare che vengano finanziati. E in ogni caso l’arrivo dei finanziamenti non segue l’attività ordinaria di presidi fondamentali per le donne”. Così ci spiega Celeste Costantino, una delle fondatrici della fondazione, che ha deciso di lanciare la campagna proprio per “sostenere il lavoro faticoso di tante operatrici, a disposizione delle donne che avviano progetti di fuoriuscita dalla violenza maschile”. Tra i criteri per la scelta dei centri: le difficoltà economiche, con un’attenzione particolare al Sud Italia e la serietà, quindi la capacità di rendicontazione e di stare sul territorio.

Più attenzione ai centri nel Sud Italia

Con il concerto lo scorso anno all’Arena  di Reggio Emilia, la fondazione ha individuato 7 centri nel Sud Italia a cui sono arrivati 200mila euro ciascuno:  Olbia, Palermo, Reggio Calabria, Conversano (Puglia), Latina, Potenza, Casal di Principe. A cui si aggiungono Milano e Pangea. “Li abbiamo selezionati in base alla nostra esperienza, con un lavoro di mappatura, ricerca e conoscenza rispetto ai territori”, sottolinea Costantino, ribadendo che la fondazione non finanza i singoli progetti ma direttamente le strutture. Ad esempio, il centro di Olbia ha usato le risorse per ristrutturare la casa rifugio, quello di Potenza per pagare le operatrici, da mesi senza stipendio. Quindi l’obiettivo è elargire risorse per  l’attività ordinaria e non per progetti straordinari. “La nostra in Italia è la prima fondazione che si occupa di violenza contro le donne con un lavoro diretto con i centri”, precisa Costantino.

Un laboratorio artistico per cambiare la cultura

Anna Foglietta, Caterina Caselli, Paola Cortellesi, Edoardo Leo, Massimiliano Caiazzo sono alcuni dei personaggi dello spettacolo che insieme alla direttrice artistica e presidente Fiorella Mannoia  fanno parte del laboratorio artistico di Una nessuna centomila.  “Avere un laboratorio artistico ci permette di portare determinate tematiche e punti di vista negli ambienti dove si forma la cultura, temi che di solito vengono affrontati nei convegni o comunque solo a livello spot seguendo casi di cronaca”, racconta la vicepresidente. La fondazione, ricordiamo, ha di recente partecipato alla Mostra del cinema di Venezia. Con un’attenzione anche al sostegno alla produzione femminile, visto il forte squilibrio di genere presente nella cultura italiana. Altro punto cardine del progetto di Uno Nessuna Centomila il finanziamento di iniziative volte a portare l’educazione all’affettività nelle scuole, dall’infanzia alle superiori.

Contro la violenza di genere servono investimenti

Secondo Celeste Costantino, “Finora tutto quello che è stato fatto, in termini di normative, è legato a una dimensione di sicurezza e repressione, modello che, come testimoniano recenti sentenze fortemente penalizzanti nei confronti delle vittime di violenza,  non viene nemmeno interpretato nella maniera corretta”. Quindi come affrontare il problema? “Bisogna investire su prevenzione e formazione. Se il problema della violenza maschile contro le donne è un problema che nasce da lontano, bisogna cambiare il paradigma. Abbiamo inasprimenti delle pene, l’esercito che arriva a Caivano ma non c’è un solo provvedimento che investa nella prevenzione. L’Italia è tra i pochi paesi europei a non avere nel proprio ordinamento scolastico l’educazione sessuale o l’educazione all’affettività. Ciò è fondamentale per la decostruzione degli stereotipi. Oggi nel libro di testo dei bambini c’è ancora la mamma che lava i piatti e il papà che va al lavoro. Una differenza anche rispetto alla vita reale”.

“Ci scandalizziamo davanti allo stupro di Palermo o delle bambine di Caivano – continua Costantino – ma come interveniamo sulla fascia degli adolescenti e preadolescenti? Fasce fragilissime, soprattutto dopo la pandemia. E’ un lavoro complesso ma bisogna iniziare a farlo. Noi con la fondazione cerchiamo di colmare questo vuoto ma è solo una goccia nel mare”.

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Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica puoi chiamare per avere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio il 1522 (il numero è gratuito anche dai cellulari). Se preferisci, puoi chattare con le operatrici direttamente da qui.

Puoi rivolgerti a uno dei numerosi centri antiviolenza sul territorio nazionale, dove potrai trovare ascolto, consigli pratici e una rete di supporto concreto. La lista dei centri aderenti alla rete D.i.Re è qui.

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