Il 44% delle persone nell’UE pensa che il ruolo più importante di una donna sia quello di prendersi cura della casa e della famiglia (“Special Eurobarometer 465: Gender Equality 2017”). Basterebbe questo dato a giustificare la decisione della Commissione europea di lanciare una campagna sui social media dell’UE che affronta gli stereotipi di genere in tutta l’UE e in Italia. D’altra parte, non solo nell’Unione europea, gli stereotipi di genere sono ancora ampiamente diffusi.
#EndGenderStereotypes
La campagna, attiva a partire dal 3 luglio 2023 con l’hashtag #EndGenderStereotypes, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti dannosi degli stereotipi di genere che limitano le scelte e le opportunità di ognuno. Sfidando i luoghi comuni, la campagna cerca di promuovere l’uguaglianza di genere e di creare una società più inclusiva e libera per tutti. Le immagini della campagna hanno l’obiettivo di incoraggiare il pubblico a riflettere sulla presenza di situazioni non comuni, insolite o sorprendenti.
“Gli stereotipi di genere sono ancora prevalenti nelle società europee. Non si tratta solo di opinioni personali, ma hanno un impatto reale su donne e uomini. Le aspettative su ciò che una ragazza dovrebbe o non dovrebbe studiare, sul tipo di lavoro che un uomo dovrebbe intraprendere o sui ruoli adatti alle donne nella vita privata e pubblica hanno implicazioni negative sul mercato del lavoro e sulla società in generale, portando a persistenti disuguaglianze economiche tra donne e uomini” commenta Helena Dalli, commissario europeo per la parità, aggiungendo: “Gli stereotipi di genere devono quindi essere combattuti perché limitano le scelte e le libertà personali. Mi auguro che la nostra campagna promuova una riflessione sul tema e contribuisca a migliorare i modelli di comportamento. Nel frattempo, invito tutti gli europei a unirsi ai nostri sforzi per porre fine agli stereotipi di genere in tutta l’Unione”.
Gli stereotipi nel mondo del lavoro
Gli stereotipi di genere continuano a limitare le opportunità sul posto di lavoro e a incidere sulla qualità della vita a casa. Nonostante rappresentino il 51% della popolazione europea e superino gli uomini nelle lauree in vari settori, le donne continuano a essere sottorappresentate nella forza lavoro.
Questa mancanza di diversità è particolarmente evidente nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (STEM) e nelle posizioni di leadership. Secondo Eurostat, solo il 67,7% delle donne nell’UE aveva un’occupazione a tempo pieno, contro il 78,5% degli uomini. Solo il 20% dei laureati in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sono donne, mentre un esiguo 8% degli amministratori delegati delle grandi società quotate in borsa nell’UE sono donne.
La distribuzione ineguale del lavoro domestico e di assistenza non retribuito comporta un onere sproporzionato per le donne, anche quando sono impiegate a tempo pieno. Di conseguenza, molte donne si trovano costrette a scegliere un lavoro part-time o a compromettere le proprie aspirazioni di carriera. Allo stesso tempo, anche gli uomini incontrano spesso sfide derivanti dagli stereotipi di genere. Ad esempio, aspettative sociali e stereotipi ingiustificati possono rendere difficile per gli uomini prendere il congedo parentale, anche quando lo desiderano.
Stereotipi e parità di genere in Italia
L’Italia si colloca al 14° posto nell’UE nel Gender Equality Index, con un punteggio di 65 su 100, che è di 3,6 punti inferiore alla media dell’UE. Dal 2010, il punteggio dell’Italia è aumentato di 11,7 punti, facendo salire il nostro Paese in classifica di sette posizioni. Si tratta di uno dei maggiori miglioramenti a lungo termine.
Tuttavia, si nota una mancanza di equilibrio in ambiente domestico: l’81% delle donne si occupa quotidianamente della cucina e/o delle faccende di casa, rispetto al 20% degli uomini. Esiste uno squilibrio anche nell’ambito dell’istruzione e dell’occupazione. Il 17% delle donne in Italia ha conseguito un diploma di istruzione superiore rispetto al 14% degli uomini. Nonostante il maggior numero di donne abbia raggiunto un livello di istruzione più elevato, il 31% delle donne lavora a tempo pieno, circa 20 punti in meno rispetto alle loro controparti maschili.
Un sondaggio di Eurobarometer mostra anche che il 79% degli italiani intervistati ha dichiarato di ritenere che le donne siano più propense degli uomini a prendere decisioni basate sulle proprie emozioni.
La strategia dell’Ue
Questa campagna fa parte dell’attuazione della Gender Equality Strategy 2020-2025 della Commissione europea. Sarà diffusa in tutti gli Stati membri dell’UE a partire dal 3 luglio 2023. La strategia per la parità di genere 2020-2025 mira a creare un’Unione in cui donne e uomini, in tutta la loro diversità, possano perseguire i percorsi di vita che hanno scelto, liberi dalla violenza e dagli stereotipi di genere. Inoltre, la stessa intende fornire a tutti pari opportunità di prosperare e partecipare a ruoli di leadership nella società europea.
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