La notifica al momento è arrivata a una coppia di donne che hanno una figlia di sei anni e il 14 novembre dovranno comparire davanti al tribunale. Per le altre 32 è questione di giorni: la procura di Padova ha infatti impugnato tutti e 33 gli atti di nascita di bimbi figli di due mamme, registrati all’anagrafe dal 2017.
Bimbi tra gli 0 e i 6 anni concepiti all’estero tramite fecondazione eterologa e nati in Italia, nel comune di Padova, dove ora la procuratrice Valeria Sanzari chiede che venga modificato il certificato di nascita attraverso la cancellazione del nome della madre non biologica e la rettifica del cognome attribuito alla figlia. Soltanto la mamma che ha partorito manterrebbe dunque i diritti e i doveri genitoriali.
“La giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale“, si legge nel ricorso. Per le coppie resterebbero due strade: costituirsi in giudizio o procedere all’adozione in casi particolari, entrambi procedimenti lunghi e faticosi.
Il caso di Valentina
“La nostra bimba perderebbe tutta la famiglia della mamma intenzionale, di cui non sarebbe neanche più erede” ci spiega Valentina, 35 anni, mamma biologica di una bambina di un anno e mezzo, concepita in Danimarca tramite eterologa.
“Al momento non abbiamo ricevuto nulla, ma pensiamo sia questione di giorni – continua Valentina – Se l’atto di nascita venisse stralciato la nostra bambina perderebbe, oltre a una madre, i nonni, gli zii, il cugino, verrebbe privata di tutto l’asse famigliare della mamma intenzionale, non sarebbe né parente né erede. A livello quotidiano, dovrei fare le deleghe alla mia compagna Daniela per tutto, per portare la bambina a scuola, per i vaccini. La mamma sociale non potrebbe neanche firmare il consenso informato per cure particolari. Noi vogliamo dei doveri nei confronti delle nostra bimba, per questo ci affideremo a un avvocato, faremo qualsiasi cosa per tutelare al meglio nostra figlia. L’attacco frontale non fa dormire sonni tranquilli“.
Le motivazioni
La procuratrice Sanzari nel provvedimento ricorda “le varie leggi in materia e il parare contrario della Corte di Cassazione ai certificati di nascita che portino il nome di due genitori dello stesso sesso”.
Facciamo quindi un passo indietro fino alla circolare del Viminale e alla decisione della Corte di Cassazione di dicembre. Nella circolare del 19 gennaio, Il Ministero dell’interno ha chiesto ai sindaci di uniformarsi alla decisione della Corte di Cassazione, che il 30 dicembre a sezioni riunite ha detto no alla trascrizione in Italia dell’atto di nascita di un bambino nato in Canada attraverso gestazione per altri, a cui aveva fatto ricorso una coppia omoaffettiva maschile.
Il motivo: “la surrogata offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”, spiega la Cassazione, ricordando che il genitore intenzionale deve procedere all’adozione in casi particolari. Sia la Cassazione sia quindi il Viminale citano la gpa, la gestione per altri, vietata in Italia. Anche l’eterologa è vietata per le coppie omogenitoriali, ma in questi casi non viene citata.
Milano e Padova
Dopo la circolare del Ministero dell’interno, a marzo il prefetto di Milano, Renato Saccone, allarga la questione a tutte le coppie gay e indica che “alla luce del divieto per le coppie dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, solo il genitore con un legame biologico con il nato può essere menzionale nell’atto che viene formato in Italia“.
Il prefetto cita la legge 40 del 2004 che, ricordiamo, consente il ricorso alla pma in Italia solo a coppie etero e vieta e sanziona la surrogata con la reclusione da tre mesi a due anni e multa da 600.000 a un milione di euro. A quel punto Milano blocca i riconoscimenti e la procura impugna quattro atti successivi alla decisione della Cassazione.
Padova però, bloccando tutti i riconoscimenti effettuati negli anni dal 2017, va oltre. “Ogni atto registrato in sei anni è sempre stato mandato alla procura, non sappiamo ora cosa sia cambiato”, spiega l’assessora al comune di Padova, Francesca Benciolini . La procura, dopo la comunicazione del Viminale, aveva richiesto al comune tutti gli atti di nascita trascritti.
L’adozione in casi particolari
Iryna Sharapava, referente in Veneto dell’associazione Arcobaleno, è chiara: “non ha senso procedere con l’adozione in casi particolari – strada indicata anche dalla procura – per un bambino che è già tuo figlio. Ricordiamo che tutte e due le mamme, biologica e intenzionale, prestano il proprio consenso alla fecondazione eterologa”.
Iryna Sharapava ha una bimba con la sua compagna, con la quale è unita civilmente. “La decisione della procura di Padova non ci riguarda, la nostra bimba è nata prima del 2017 , nel 2019 abbiamo proceduto con l’adozione e l’abbiamo ottenuta nel 2021. Ci abbiamo messo due anni e mezzo, passando per psicologi e assistenti sociali, è stato un processo lungo e faticoso”, sottolinea Sharapava che aggiunge: “combatteremo e faremo di tutto per i nostri figli”.
I numeri
Per avere un’idea, considerando dieci comuni rappresentativi – Milano, Bologna, Torino, Padova, Firenze, Palermo, Napoli, Bari, Trento, Cagliari – secondo i dati raccolti da Radio24 Il Sole 24 Ore al 14 maggio, gli atti riguardanti figli di coppie omogenitoriali dal 2017 circa a oggi sono 440: 369 , quindi l’84%, riguardano bambini e bambine con due mamme.
Oltre a Padova, anche il comune di Bologna ha registrato solo gli atti di nascita di bimbi nati nel comune e figli due mamme: 100 dal 2018. A Torino, dal 2018 fino allo stop del prefetto, sono stati registrati 80 riconoscimenti (14 sono i casi con coppie formate da due uomini), oltre a 7 trascrizioni di riconoscimenti effettuati all’estero. Il comune di Milano dal 2018 al 2023 ha registrato 129 minori con doppia maternità e trascritto 47 bimbi nati all’estero, 42 con due papà, 5 con due mamme.
Complessivamente , secondo l’Istat, dal 2017 al 2021 sono oltre 13mila le unioni civili. Duemila sono invece i bimbi (da 0 anni a over 18) avuti dalle 5mila coppie iscritte alle Famiglie arcobaleno, secondo i dati della stessa associazione.
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.