Il sogno di Lexy: alle Olimpiadi a ritmo di breakdance

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Ha sconfitto il bullismo sui banchi di scuola, ha vinto un argento olimpico a livello giovanile, e sogna l’oro a cinque cerchi nelle Olimpiadi dei “grandi”, nel 2024 a Parigi. Il tutto a colpi di breakdance. Non stupisca allora se Alessandra Cortesia, 18enne veneta di Conegliano, sia ormai per tutti ‘Lexy’. Perché è questo, ‘Lexy’, appunto, il suo nome d’arte quello che ogni breaker che si rispetti deve avere, quasi fosse rito d’iniziazione e riconoscimento per farsi accettare nella nuova tribù, che prima ha invaso le strade d’America negli anni settanta, poi il mondo, e ora è pronta a rendere ancora più ‘urban’ e aperti alla strada e ai giovani i Cinque Cerchi olimpici.

lexina2Sì perché se tutto va secondo le previsioni e le aspettative, Alessandra-‘Lexy’ (“da dove viene questo nickname? Dalla serie tv Xeena La guerriera! Da bambina mi identificavo in lei e allora mettendo insieme Alessandra e Xeena ecco che è nata…Lexy!” mi racconta divertita) sarà la punta di diamante della Nazionale azzurra di breakdance, disciplina (affiliata alla federazione Italiana di Danza Sportiva) che farà il suo esordio ufficiale nel programma olimpici proprio a Parigi 2024.

Una bella emozione per Lexy, che pure una medaglia olimpica, appunto, al collo già ce l’ha, avendo vinto l’argento ai Giochi giovanili dello scorso autunno a Buenos Aires . Ti aspetteresti una ragazzina senza parole di fronte alla luce abbagliante del tripode olimpico e dei cinque cerchi, ma Alessandra è snodabile in tutto, quando balla, ma ha la testa ben salda sulle spalle. E allora sei tu che quasi rimani a bocca aperta quando senti che quella olimpica è stata per lei soprattutto “una bella esperienza sotto il profilo mentale, perché ci vuole è proprio parecchia testa per gestire al meglio situazioni così grandi, ma mi sono divertita parecchio e allora certo che la rifarei, che vorrei rifarla!”. Equilibrio, consapevolezza, e voglia di divertimento, esprime infatti questa ragazza tutto studio e breakdance. “Come mi sono appassionata? Sin da piccola, quando avevo circa 4 anni, amavo ballare, muovermi, perché i miei genitori ascoltavano tanta musica in casa. Allora mia mamma decise di iscrivermi a una lezione breakdance: avevo 6 anni, mi piacque subito ma ero piuttosto gracile. Allora decisi di fare qualche anno di nuoto per irrobustirmi, per tornare poi a ballare a 12 anni. Da quel giorno non ho più smesso”.

lexynaAmore a prima vista, quindi, ma ad animare ogni singolo movimento, ogni singola esibizione di Lexy è, più che l’agonismo, la voglia di divertimento. “Sì ho sempre puntato a ballare e divertirmi, non ho mai avuto particolari aspettative – conferma Cortesia – ma solo il desiderio di avere il piacere di allenarmi, migliorarmi, diventare più brava. Non mi sono mai imposta delle aspettative: tutto è venuto, e sta venendo facile, semplice, spontaneo”.

Decisamente meno facile è stato affrontare, durante gli anni delle scuole medie, le tensioni e le minacce da parte di alcune “bulle” della sua classe: ma anche in questo caso è stata la breakdance a indicare la giusta strada da seguire: ”avevo già iniziato a ballare, mi vestivo in modo diverso, e ascoltavo musica diversa da quella delle mie amiche. E allora eccole le minacce di escludermi, di lasciarmi da sola, se non avessi acconsentito a sottostare alle regole del gruppo. E allora la danza, il ballare, sono stati il mio rifugio, la mia via di liberazione, per essere me stessa senza paure né compromessi”.

Libertà e divertimento, quindi, perché in fondo la breakdance “è un’arte”, dice orgogliosa Lexy, perché ti offre la possibilità di esprimere te stessa e la tua visione delle cose, del mondo. Visione che passa attraverso tanti sacrifici, in giornate fitte fitte e piene di scuola e allenamenti fino a sera e poi ancora una ripassata alla lezione del giorno dopo, che non si sa mai…Ma le Olimpiadi sono il posto giusto per la break? “Di certo è una disciplina particolare, ma diversa dai canoni tradizionali; ma credo sia una cosa interessante che in pochi conoscono, e quindi suscitare interesse e curiosità nuovi. E allora, perché no?”.

Giusto Lexy! In fondo è la cosa più semplice, libera e diversa da pensare: “Perché no?”. E allora arrivederci a Parigi 2024, per inseguire una medaglia a ritmo di breakdance.