“Create, Connect and Share Respect.
A better internet starts with you”
Lo slogan del Safer Internet Day (SID) 2018 pone l’accento sull’essere parte attiva e responsabile della rete con consapevolezza: crea, connetti e condividi il rispetto: una rete migliore comincia da te. Nell’ottica di non essere fruitori passivi di ciò che si vive online. E questo a tutte le età.
L’educazione digitale, però, deve partire dall’infanzia ed è questa l’indicazione forte dell’evento annuale che si celebra oggi, organizzato a livello internazionale con il supporto della Commissione Europea al fine di promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie, in particolare tra i bambini e i giovani di tutto il mondo. Nel corso degli anni, il Safer Internet Day (SID) (qui il link al sito internazionale e qui quello italiano) è diventato un evento di riferimento per tutti gli operatori del settore e le istituzioni coinvolgendo oggi oltre 100 Paesi. A tutte le età.
Per le nuove generazioni internet fa ormai parte della quotidianità. Secondo un’indagine di Generazioni Connesse, condotta da Skuola.net in collaborazione con l’Università di Firenze proprio in occasione del #SID2018, più di 2 giovani su 5 sono connessi almeno cinque ore al giorno (il 20,9% dichiara di esserlo addirittura sempre). Un dato che, rispetto a due anni fa, è aumentato quasi del 10%. I social network si confermano i ‘luoghi’ di ritrovo preferiti: il 33% degli intervistati è attivo quotidianamente su almeno due piattaforme, il 24% su tre, il 10% su quattro, il 15% addirittura su cinque social contemporaneamente. A sorpresa i social sono cambiati: Facebook crolla (ormai lo usa regolarmente solo un quarto degli adolescenti, nel 2016 erano quasi 2 su 3 a esserci quotidianamente), mentre esplode la Instagram mania (è presente su questo social l’82,7% degli under 18). Cresce anche Youtube (per il 66,5% delle e degli intervistati, in un biennio, ha guadagnato una decina di punti). Resiste WhatsApp: è il social più utilizzato (circa il 90% dei teenager lo apre almeno una volta al giorno).
Ma se i dati di Skuola.net ci indicano dove vanno i giovani, Telefono Azzurro, in collaborazione con Doxa, ha cercato di capire con che spirito i bambini e gli adolescenti si approcciano alla rete. La ricerca fotografa principalmente due dati che dovrebbe farci riflettere: il 40% degli intervistati vede la rete come un luogo di minaccia e quasi il 40% ha paura del cyberbullismo. Non è un caso se, per il secondo anno consecutivo, in concomitanza con il SID, si tiene la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo denominata “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”, un’iniziativa lanciata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano nazionale contro il bullismo.
“Senza adeguate misure di protezione, molti più bambini e adolescenti saranno sempre più vulnerabili ai rischi e ai danni online nel nostro paese e nel mondo e gli stessi ragazzi ne sono consapevoli, infatti 6 ragazzi su 10, tra i 12 e i 18 anni, dicono di aver vissuto un’esperienza spiacevole nello streaming live, e nonostante ciò continueranno ad usare e far entrare nella propria sfera di relazioni, device e social e con essi altri rischi online”, dichiara il Prof. Ernesto Caffo, presidente di SOS Telefono Azzurro, docente di neuropsichiatra infantile alle Università di Modena e Reggio Emilia. “Oggi il nostro impegno, unitamente a istituzioni, governi, aziende e società civile, dovrà essere non un impedimento alla vita “social” al contrario un’adeguata e precisa programmazione di azioni intente a rafforzare la sicurezza in rete, perché tutto possa essere usato e usufruito correttamente”. La sfida della rete, che ormai permea la quotidianità delle giovani generazioni, sarà quindi da un lato la tutela dai rischi in cui possono incorrere e dall’altro riuscire a rendere le nuove generazioni parti attive con consapevolezza.
Un nuovo strumento presentato da Telefono Azzurro in occasione del Safer Internet Day 2018, a Milano, è la “Carta di Milano per la Dignità del minore nel mondo digitale”, firmata dall’assessore alla Trasformazione digitale del Comune di Milano Roberta Cocco, e che si auspica possa venir condivisa anche dai grandi del web Facebook e Google.
Un decalogo di raccomandazioni rivolto alle aziende ma che parla anche a bambini e adolescenti ai quali, si legge dovrebbe essere sempre garantita la possibilità di essere “ sempre coinvolti ed incoraggiati ad esprimere le proprie idee per lo sviluppo di politiche e buone pratiche sulla sicurezza online”. Una Carta concreta, fatta di punti semplici che va ad aggiungersi alla Carta di Treviso firmata nel 1990 proprio dall’Ordine dei giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana e Telefono azzurro.