Alla fine della proiezione dell’ultimo Guerre Stellari, intendo il primo della nuova trilogia, insomma Star Wars Gli ultimi Jedi sarei dovuto andare alla Disney con una mazza e spaccare tutto. Non sono un cultore credente della serie ma uno che deve moltissimo a George Lucas. Quando avevo otto anni mi ha fatto scoprire sul grande schermo il senso della meraviglia. Ricordo ancora quando, alla fine del film, ritornando la sera in macchina con i miei genitori, la lotta contro il sonno, per paura di dimenticare tutto e perdersi i mondi fantastici che aveva appena conosciuto. L’ultimo Star Wars poi, per rincarare la dose, è arrivato con la nascita di mio figlio e quindi ha rappresentato in quel periodo l’unica mia uscita al cinema da mesi. Aspettative a mille. Figuratevi come posso aver reagito quando mi hanno ammazzato Han Solo. Io che chiedevo solo di rientrare ancora una volta in quel bar dove Obi-Wan si procura un passaggio sulla Millennium Falcon, e tornare quel bambino del 1977, mi sono invece ritrovato in un incubo di citazioni malfatte. Avete presente quando Kylo Ren si toglie la maschera? Non è il peggiore cattivo di tutta la storia del cinema e la vergogna dei cavalieri Jedi passati al lato Oscuro? Mi dicono che sia anche colpa della vocetta che gli hanno dato i doppiatori, non discuto, ma comunque la sostanza non cambia. Sofferenza fisica, senso di perdita e lutto.
E dire che un fan di Guerre Stellari ne ha passate di tutti i colori. E’ passato da Star Wars: l’impero colpisce ancora (il migliore film in assoluto) a Star Wars Episodio I : la minaccia fantasma. Cioè si passa dal primo grande colpo di scena della storia del cinema pop (“Io sono tuo padre”, avete capito no?) a Jar Jar Binks, alle corse degli sgusci e al pachiderma che spara puzze rumorose. Dalla fantascienza vera, quella che guarda al fantastico come categoria dello spirito. A uno spettacolo leggerone per famiglie, da assumere tra il McDonalds e il Bowling, per far passare il pomeriggio e la digestione.
Adesso poi, tipo metà dicembre, esce al cinema il secondo episodio della nuova trilogia
E ci vorrei andare con mio figlio. Che però ha due anni. E una baby sitter che non ha mai visto Guerre Stellari (pare impossibile eh?) e una madre dotata di buon senso. E quindi andrò da solo. Ma non è un dramma, lo so, c’è tempo.
Anche se Guerre Stellari Zeno l’ha già visto. Tutto è successo dopo una notte insonne (per colpa sua) di domande a uno nato nel 2015, dico nel 2015, come gli presenti Star Wars? Da dove parti?
Nota per la baby sitter di Zeno: Guerra Stellari è una saga che parte da metà. Prima esce nella sale Guerre Stellari, l’Impero colpisce ancora e il Ritorno dello Jedi. Episodio I, II e III invece sono una trilogia prequel. La nuova, quella che è partita l’anno scorso, sarà una trilogia sequel. Ok, tutto chiaro? Ora possiamo continuare.
Questo il dilemma: inizi dal primo film del 1977 con tutti i rischi di portare un bambino a vedere un film del 1977 che poi a metà si rompe e vuole i Pj Mask. O parti dal vero inizio della saga quando Anakim Skywalker è un bambino e quindi dall’orrido Episodio I? Dove male che vada c’è Jar Jar Bink che per quanto lo detesti con tutte le tue forze forse ai bambini piace.
In un pomeriggio di pioggia “la moglie” ha lasciato a me la scelta “sei il padre, quindi decidi tu”. Non voglio dire cosa ho deciso (perché non sono convinto di avere fatto la scelta giusta). So solo che è miracolosamente andato fino in fondo (l’ha visto tutto) e ora “facciamo battaglia” con spade laser immaginarie.
Ps per le mamme che dicono Harry Potter sì e Guerre Stellari no. perché ci sono le armi. Primo; anche Harry Potter spara, usa la bacchetta ma spara. Poi Harry Potter è classista: divide le persone tra chi ha la magia e chi non ce l’ha, e manda i figli nelle scuole private. Meglio tutta la vita il bar di Guerre Stellari.