Come mai non sentiamo parlare delle coppette mestruali?

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Agosto, sole mare, ma… come si fa se sono “quei giorni” del mese? Intanto sarebbe bello poterle semplicemente chiamare per nome, le mestruazioni. Poterlo dire, che si hanno, o che magari non si hanno più. Farle uscire dall’anonimato, visto che rappresentano il più naturale e vitale dei nostri cicli, e riguardano tutte le donne del mondo.

Diamo qualche numero. In Italia le abbiamo in circa 20 milioni. Ognuna di noi per più o meno 30 anni, almeno 12 volte all’anno. Fanno circa 400 volte in una vita: oltre 2.000 giorni di mestruazioni. Sin da bambina, però, ho avvertito che dovevo tenerle nascoste. Non era argomento di conversazione, anzi a scuola erano anzi uno dei temi di tortura preferiti dai compagni di classe maschi. Perché ci vergognavamo? E perché ancora oggi restano un argomento silenziato: più che intimo… tabù? Perché una parola con un’etimologia semplice (menstruo viene dal latino menstruatio, ovvero mensilità) deve travestirsi da “marchese”, “cose”, “quel periodo là”… e chi più ne ha più metta? Perché avere le mestruazioni è un aspetto dell’essere donne che in alcuni Paesi è ancora apertamente considerato “impuro”… e anche da noi vi sfido a parlarne durante un tè?

Ed ecco le immediate conseguenze: per esempio non passiamo parola quando facciamo belle scoperte. Ci penso in questi giorni al mare: da un anno infatti ho iniziato a usare la coppetta mestruale. Che mi ha letteralmente cambiato la vita. Sì, perché la tecnica può cambiare la vita, soprattutto se impatta su qualcosa che ti capita ogni mese per cinque giorni. E le coppette mestruali sono una “tecnica” che cambia la gestione delle mestruazioni. A differenza degli assorbenti interni ed esterni, la coppetta non “assorbe” ma raccoglie. Conseguenza immediata: non altera gli umori della vagina, mantenendo l’ambiente umido come dovrebbe essere. E’, ovviamente, interna: quindi ci si può mettere in costume, fare il bagno, fare sport… E si riutilizza, non si butta: la stessa coppetta può durare anche 5 anni. Questo significa molti meno rifiuti, e ovviamente molti meno costi: una coppetta costa circa 25 euro. Visti tutti questi aspetti positivi, come mai non stiamo usando tutte la coppetta mestruale? Eppure esiste sin dagli anni ’60…
Ho studiato un po’, e ho trovato tre ordini di motivi.

1. Costando così poco e richiedendo così pochi riacquisti, le coppette mestruali hanno un modello di business “debole”. Ossia pochi margini: quindi le aziende che le producono non hanno fondi per fare pubblicità.

Ma, essendo uno strumento che fa bene alle donne e alle ambiente, diffonderne l’uso non dovrebbe essere di interesse pubblico?

2. Eh già, bisogna però fare i conti con “la lobby degli assorbenti”: avete idea del business che gira intorno all’acquisto di 200 milioni di assorbenti al mese (e la relativa tassazione al 22% – vedi il fallito tentativo di introdurre una Tampon Tax?).

3. Infine, parlandone con alcune ginecologhe ho scoperto che molte donne non vogliono neanche provarla perché richiede l’inserimento manuale nella vagina. Un gesto di familiarità col proprio corpo, che è tutt’altro che scontato: proprio perché siamo nell’area dei tabù.

Credo che l’emancipazione delle donne, oggi quanto e più di prima, passi anche da qui.

  • Rossella |

    Io l’ho provata .ma dopo un po’ tende a scendere .ho l’utero retroverso non vorrei che fosse quello a spingere la coppetta .

  • Isi |

    Su internet si trovano molte informazioni, la pagina facebook “Donne con la coppetta” fornisce una divulgazione chiara e precisa. Fai bene ad interessarti perché è fenomenale

  • Mariangela |

    Vorrei saperne di più

  • Ilaria |

    Alleata fidatissima da circa 7 anni ormai (l’avessi scoperta prima!!!), è stata la migliore scelta che io abbia mai fatto. Ma quando leggo di donne che commentano con “che schifo” sinceramente mi cadono le braccia…

  • Luisa |

    Anche io la uso coscientemente e costantemente da più di tre anni, anche a me ha cambiato la vita… mai avuta una sensazione così netta di igiene, comodità, sicurezza.
    Io continuo a parlarne, tentò di fare capire alle mie conoscenze l’utilità sia a livello economico che ecologico, ma i miei discorsi cascano nel limbo.
    PROVATELA!!! Basta rifiuti, basta fastidi…

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