I concittadini di Melito Porto Salvo non scendono in piazza per la giovane stuprata per anni da un gruppo di balordi? Lo farà l’Italia intera. Quell’Italia rimasta incredula davanti a una vicenda che apre uno spaccato inquietante non solo su quel gruppetto, ma sui genitori e sull’intero paese. L’iniziativa è della giunta regionale della Calabria, che, come era stato annunciato non appena si era appreso quanto era accaduto, ha organizzato per il 21 ottobre a Melito una manifestazione nazionale quale segnale di mobilitazione generale e di sensibilizzazione per le violenze sessuali di gruppo subite da una ragazza di 13 anni.
Intanto la ministra con delega alle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi, ha annunciato ieri sulla sua pagina Facebook che oggi andrà in Calabria per incontrare i rappresentanti delle istituzioni, i magistrati che stanno seguendo la vicenda, l’Arcivescovo di Reggio Calabria ma anche la dirigente scolastica e i responsabili dei centri antiviolenza. “Non possiamo permettere che succeda ancora in Calabria o in qualunque altro luogo. Non ci fermeremo finché davanti alla violenza contro le donne ci sarà chi penserà e dirà “se l’è andata a cercare” scrive la ministra nel suo post.
Ed è un’inizio, per non far passare sotto silenzio una vicenda che richiede l’attenzione delle istituzioni e della società tutta. Per questo sarà importante la manifestazione del 21 ottobre. “Una manifestazione che sarà un vero e proprio presidio di legalità da costruire con la comunità melitese, calabrese e nazionale. ‘La Calabria dice no alla violenza contro le donne’ é il titolo dell’iniziativa, che sarà l’occasione per metterci la faccia, scendere in piazza a fianco della giovane vittima e programmare insieme strumenti concreti
per contrastare questa inammissibile violazione dei diritti umani” si legge nel comunicato della giunta.
“Assumo l’impegno personale – afferma il presidente della Regione, Mario Oliverio – di invitare le massime cariche istituzionali nazionali e lo stesso invito lo rivolgo alle comunità locali, alle associazioni, agli amministratori e a tutti i calabresi e le calabresi onesti. Gli esponenti della cultura e dell’Università, gli intellettuali ed il mondo delle professioni, l’associazionismo di base e tutte le articolazioni democratiche della società devono sentirsi protagonisti di un evento importante per la Calabria. Non ci devono essere
tentennamenti in questo momento. Dobbiamo essere uniti nella condanna dei comportamenti denunciati per aprire una nuova stagione di efficaci politiche di contrasto alla violenza di genere. Si tratta di una vera e propria emergenza democratica che impone il contributo di tutti. E in questo senso lancio un appello a livello nazionale rivolto a chiunque voglia aderire alla manifestazione e portare fisicamente la propria solidarietà alla vittima. La Calabria c’è e dice no alla violenza contro le donne”.
Un appello che non deve cadere nel vuoto e che deve vedere la mobilitazione soprattutto dei giovani. Sono loro che devono dire basta alla rappresentazione di una generazione persa, quale emerge dagli avvenimenti di cronaca da Melito a Pimonte (stupro di gruppo su una quindicenne). Ci aspettiamo che i giovani organizzino pullman e viaggi collettivi per stringersi attorno alla giovane. Non servirà a lenire il dolore o a curare le ferite della ragazza, ma serve a far rialzare la testa a quanti e quante nella rappresentazione di quest’Italia non si riconoscono affatto.