Lo stereotipo che descrive le donne come poco adatte allo studio della matematica sta pian piano morendo. Le statistiche ci dicono ad esempio che, in Italia, la percentuale di donne laureate in questa materia è circa il 61% del totale di laureati (dati MIUR 2013). Bene? Non proprio: nello stesso anno il corpo docente era composto da donne solo per poco meno del 35% sul totale dei docenti (mentre sul totale dei professori ordinari solo il 16% era donna).
È un fenomeno che affligge tutta l’università, ma è certamente più marcato nei settori tecnico-scientifici. Per descriverlo si parla di effetto glass ceiling: un soffitto invisibile che preclude alle donne l’accesso ai più alti livelli della carriera. Molte sono tuttavia, anche a livello europeo (i dati italiani sono infatti in linea con la media EU), le iniziative pensate per promuovere la parità di genere nell’accademia, sia per quanto riguarda l’accesso delle ragazze ai corsi universitari tecnico-scientifici, sia per quel che riguarda l’avanzamento di carriera delle scienziate. E proprio fra queste attività si inserisce Womath 2016 – Women and Research in Mathematics: the Contribution of SISSA, il congresso che si terrà alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, dal 7 al 9 settembre 2016 (aula 128). Il congresso è stato organizzato con il contributo dell’Università degli Studi di Udine.
Il convegno riunisce le esperienze di alcune fra le più brillanti ricercatrici che si sono formate alla SISSA nell’ambito delle discipline matematiche: obiettivo, mettere a confronto ricercatrici con la stessa formazione di base, ma diverse esperienze professionali, favorendo nuove collaborazioni scientifiche fra le partecipanti.
Roberta Musina è professoressa di Matematica dell’università di Udine e fra le organizzatrici del congresso: “Non mancherà l’occasione di affrontare il tema del glass ceiling”: sentiamo assolutamente la necessità di capire i motivi per cui fenomeno stia perdurando, visto che alcuni dati fanno pensare che la tendenza non sia verso un rafforzamento della presenza femminile nell’ambito della ricerca. In particolare si assiste a un lento calo della percentuale di donne fra gli studenti dottorati alla SISSA in Matematica. Proprio a questo tema dedicheremo uno dei momenti cruciali dell’intero congresso, una tavola rotonda aperta al pubblico, per avviare una riflessione e raccogliere proposte”. L’evento si terrà l’8 settembre dalle 15.45.
Le speaker arrivano da università italiane, francesi, anche cinesi, nord europee. Nel comitato organizzativo di Womath, oltre a Musina, ci sono anche Barbara Fantechi (SISSA), Tamara Grava (SISSA), Rodica Toader (Università di Udine) e Susanna Terracini (Università di Torino) che fa parte della Standing Committee del Network European Women in Mathematics. “Come sostiene anche la Commissione Europea, la partecipazione delle donne alla scienza e alla tecnologia può contribuire ad aumentare l’innovazione, la qualità e la competitività della ricerca scientifica e industriale e va dunque incoraggiata”, sottolinea Grava. “Per farlo è importante sradicare certi stereotipi di genere ‘tradizionali’, secondo cui la matematica e le scienze in generale non sono cose da donna, incoraggiando le giovani donne a esplorare percorsi educativi non tradizionali. Noi qui alla SISSA lo facciamo con la nostra testimonianza personale”.