Ha un suono un po’ francese: Lefrac. In realtà il marchio nasce da una fusione di nomi, quelli dei tre figli della fondatrice, Lidia Giuliani (Leonardo, Francesca e Claudia).
“Con un bisnonno ebanista, nonna sarta, le mie zie ricamatrici, mio padre un uomo dalle mille passioni, dal restauro alla falegnameria fino alla scrittura, e una madre creativa a tutto tondo, questo era il mio destino” racconta. “Sono nata in un piccolo paesino dell’Abruzzo in una famiglia dove la creatività è considerata, da sempre, un importante valore aggiunto nella vita. Poi, quella stessa vita mi ha portata a fare altro”.
Una laurea in Lingue e letterature straniere, il lavoro fisso fra traduzioni e altri servizi. La svolta è arrivata con i bambini. “che ti costringono a riscoprire la vena creativa che pensavi di avere nascosto nella quotidianità, e non ascoltavi neanche più. Con loro riapri la porta a tante cose, a lavori manuali per inventare storie, giochi, abitini”.
La prima idea è nata proprio dalla lana cotta di un vestito da bambino: Lidia ha cercato quel materiale e ne ha fatto delle borse da regalare per Natale a sorella e cognata. Succedeva tre anni fa (lei ne aveva 39). “E’ stato un successo, hanno iniziato a chiedermene ancora. Nel frattempo la svolta della mia vita si completava: io e mio marito abbiamo spostato la famiglia da Bologna al paesino abruzzese dove sono nata. Un paradiso per i bambini”.
Il feltro 100% lana scelto da Lidia non si trova facilmente: “Molti poi la associano a prodotti da mercatini, a basso costo, sintetici”. Cercando per bene, però – sempre online – si trova, e proprio made in Italy. Le prime borse sono state cucine insieme alla mamma. Rese visibili sulla piattaforma americana Etsy, dedicata ai prodotti fatti a mano, hanno attirato richieste da Alaska e Brasile, Cina e Giappone, Australia e Paesi Bassi, Hawaii e Iraq, oltre all’Europa tutta. Su tutte dominano le clienti americane: sette su dieci.
E poi c’è la rivoluzione digitale in corso: “Ho partecipato a un bando, visto sulla pagina della Maker Faire di Roma, e poi me ne sono dimenticata. Qualche tempo fa è arrivata una chiamata: lei ha superato la selezione, venga a presentarci il suo lavoro”.
Così Lefrac ha iniziato il viaggio che la sta portando ad essere una delle prime Botteghe digitali, dal nome del progetto di Banca IFIS realizzato con Stefano Micelli (autore di Futuro artigiano, direttore scientifico della Fondazione Nordest) e Marketing Arena, che si propone di proiettare nel futuro, grazie alle nuove tecnologie della manifattura digitale, quattro imprese artigiane selezionate.
Tre coach – due su tre sono donne, oltre a numerose professioniste coinvolte – per quattro realtà artigiane, con l’obiettivo di accompagnarle in un percorso di evoluzione e crescita per raggiungere obiettivi che vanno dalla maggiore presenza online sui social alla conquista di nuovi clienti e mercati. ”Nel mio caso questo significa avere finalmente un sito ben fatto, ma anche imparare a padroneggiare strumenti nuovi di comunicazione e non solo. E ricevere consulenze di alto livello: qui da me, nella mia bottega vicino a Teramo, arriva gente di ritorno da Parigi o New York, per trasferirmi conoscenze nuove e aiutarmi a diventare una azienda con le spalle forti, una passione per la tradizione e uno sguardo diretto al futuro”.
Sul canale YouTube di Fare Impresa Futuro si trovano spazio i video degli step del progetto, mentre immagini, brevi video e prodotti sono i contenuti principe di Instagram. Facebook e Twitter sono presidi irrinunciabili per la condivisione dei momenti del progetto e ogni settimana attraverso LinkedIn Pulse. Il progetto culminerà con la presentazione dei risultati di ogni artigiano alla Maker Faire Rome 2016.