I tedeschi sono efficienti, i giapponesi sono organizzati, gli americani sono innovativi. Nel novero degli stereotipi internazionali gli italiani si vantavano di essere un popolo di creativi. E , invece, ora la scienza ci dice che non è così. Anzi, nel nostro Paese è alto il tasso di killer della creatività, secondo una ricerca condotta dall’Olin Business School dell’Università di Washington. Ma non solo non siamo i primi in classifica, siamo ben lontani dal podio: ci piazziamo al 21esimo posto, battuti da quasi tutti gli altri paesi europei.
Ad “ammazzare” le idee sarebbe soprattutto la “marcatura territoriale”, che si presenta in forme e dimensioni differenti. “Basta dire ‘Considero questa una mia idea’ presentandola ad altri e chiedendo loro un feedback può avere influenze sulla collaborazione altrui’ spiega Markus Baer, professore associato dell’Università. Ma cosa vuol dire? I ricercatori spiegano che sottolineare che un’idea è nostra non coinvolge gli altri nel processo di elaborazione del progetto scoraggiando così la creatività del gruppo o dell’organizzazione. Non far sentire gli altri coinvolti rischia di farci perdere il loro contributo e considerato che “La prima idea non è mai la migliore”, questo blocca l’innovazione.
Le idee vanno nutrite e sviluppate e questo succede nella maggior parte dei casi in ambienti collaborativi. Se il merito va solo a una persona, gli altri si sentono meno motivati a dare il loro contributo. E’ necessario, invece, creare un ambiente in cui i contirbuti successivi vengono valutati tanto quanto l’idea originaria in modo che venga equamente diviso il successo.
In base all’ultima edizione del Global Creativity Index il Paese che merita la palma è l’Australia, che batte la Svezia (prima dal 2004 al 2011). Seguono Stati Uniti, Nuova Zelanda e Canada. A guardare i sottoindici emerge come il Lussemburgo sia il primo Paese per creatività (dalla scienza all’arte, dalla cultura al business), seguito da Bermuda, Singapore e Svizzera. Nella Tecnologia svetta la Corea del Sud, seguita da Giappone, Israele e Stati Uniti, mentre per talento la prima è L’Asutralia con Usa e Finlandia al secondo e terzo posto. Sulla tolleranza (in fatto di idee) batte tutti il Canada. L’indice complessivo è legato a tutti questi fattori e allo sviluppo economico, alla competitività e alla ricchezza dei singoli Paesi. L‘Italia è 21esima nella classifica generale, 25esima per tecnologia, 31esima per talento e 38esima per tolleranza.
Che il Paese di santi, poeti e navigatori stia ammazzando il proprio potenziale?