Nella classifica del “gender gap” stilata dal World Economic Forum, il Giappone risulta al 101esimo posto su 145 Paesi. Ora un sondaggio promosso dal governo giapponese ha indicato che quasi un terzo delle donne lavoratrici e’ stato oggetto di “sexual harassment” sul posto di lavoro, considerando anche le forme relativamente lievi di molestie. Lo studio è basato sulle risposte di quasi 10mila donne (pari comunque solo al 18% di coloro alle quali il questionario era stato inviato). Il 29% ha dichiarato di aver subito molestie. Le più comuni, comunque, hanno riguardato (al 54%) commenti sulla loro apparenza, sull’abbigliamento o sull’eta’. Il 40% ha pero’ indicato di aver dovuto subire anche “contatti fisici” non voluti, mentre il 27% ha dovuto declinare sgraditi inviti a pranzo o cene. Oltre il 63% ha dichiarato di non aver reagito, mentre una su dieci ha reso noto di aver subito conseguenze negative sul lavoro per aver fatto rimostranze.
Numerose le lamentele per il cosiddetto “matahara“, il “maternità harassment” per cui le donne diventano oggetto di forti pressioni perché si dimettano dall’azienda non appena rendono nota la loro gravidanza, finendo spesso per cedere. Di recente è aumentato il numero di donne che hanno vinto cause di lavoro per “matahara”, ma il fenomeno resta diffuso, anche se il governo, formalmente, si è impegnato a combatterlo. Sempre di recente l’occupazione femminile è aumentata, ma soprattutto per lavori temporanei o part-time con compensi assai poco attraenti.