La startup madre & figlia che rivoluziona la diagnosi dell’osteoporosi

mumi&figliaDice che l’osteoporosi è come un racconto al quale manca una pagina, non sai mai come va a finire: “Il 50% di chi pensa di avere un problema non ce l’ha affatto, e viceversa, chi non sa di essere a rischio poi spesso si fa male”.
A Trieste mancano solo i tempi tecnici per la costituzione della startup “madre&figlia” che rivoluziona la diagnosi, a costi ridotti e grazie a un esame poco invasivo. Francesca Cosmi, docente di Progettazione meccanica e costruzione di macchine all’università, è la mamma. Sua figlia, Alessandra Nicolosi, che a 26 anni è ad un passo dalla seconda laurea (in Farmacia), è praticamente cresciuta seguendo questo progetto. Saranno socie della nascente M2TEST.

Per spiegare il frutto della sua ricerca Francesca usa un’immagine nota a tutti: “Prendiamo la tour Eiffel: se prendo le parti che la compongono e le rimonto diversamente ho la stessa quantità di metallo, ma una resistenza diversa. L’osso è così; non conta solo la densità, ma la struttura”. E infatti il calo di densità non è l’unica causa di frattura: il 40-50% delle fratture da fragilità – è stata definita l’epidemia del terzo millennio – avvengono in soggetti ai quali non è stata diagnosticata una osteoporosi importante.

cosmi3“L’osteoporosi costa al servizio sanitario quattro volte tanto il tumore al seno, ma se ne parla meno: non c’è solo l’intervento chirurgico, la riabilitazione, e in qualche caso la disabilità che ne deriva”, spiega Francesca. A oggi l’esame tradizionale, la densitometria, non dice nulla di definitivo: “Se io faccio una radiografia alla testa del femore vedo solo una massa grigia: invece, se esamino le tre nocche della mano non dominante, allora ottengo la struttura, fatta di piani sovrapposti, come un tessuto scozzese”. I primi modelli Francesca li ha messi a punto dieci anni fa, poi – in un meeting ospitato da Area Science Park, dove ora sarà incubata la startup – è stata lanciata la sfida: trasformare modelli numerici e algoritmi, gli stessi che si usano per progettare case ed aeroplani, in modelli della struttura ossea (la torre Eiffel). E su quel modello poi provare ad applicare una forza, e vedere che cosa accade. Se l’esito è la rottura, si può intervenire sulla paziente prima che la simulazione diventi realtà.

Nella pratica, il progetto M2TEST – testato su 400 donne, dai 27 ai 90 anni, e 100 uomini, già in uso in un poliambulatorio sardo – è in grado di fornire un servizio di analisi della struttura ossea umana capace di identificare anche i soggetti a rischio. Il test analizza la distribuzione dei carichi per mezzo di una strumentazione dedicata e di un avanzato modello ingegneristico virtuale, e completa i metodi già in uso. Un test a costi contenuti, con un alto grado di soddisfazione del paziente, facilità e comodità di esecuzione, e ripetibile dopo pochi mesi perché la quantità di radiazioni è minima.

“I primi apparecchi che si erano dimostrati efficaci erano i mammografi, che sono però già sovraccarichi di esami da eseguire. Allora ho scritto a praticamente tutti i produttori mondiali di strumenti radiografici portatili: uno di loro è venuto a Trieste, e abbiamo identificato l’apparecchio adatto: è quello nato per le lastrine dei dentisti, pesa un paio di chili, facile da trasportare e condividere anche fra più medici e studi”, racconta ancora Francesca.

Il BEST (Bone Elastic Structure Test), nato nei laboratori di ricerca universitaria per migliorare la conoscenza della situazione specifica del paziente a rischio di frattura osteoporotica, implementa un metodo brevettato dall’Università di Trieste negli Stati Uniti (Patent n. US7,386,154B2 concesso il 10 giugno 2008, Autore F. Cosmi). La prestazione di M2TEST si basa su una architettura client-server: il professionista invia le immagini, il calcolo avviene in remoto su Cloud, il software elabora in tempo reale le immagini radiografiche per una risposta immediata.

A Trieste, territorio fertile per l’innovazione, ha appena debuttato TILT (Teorema Incubation Lab Trieste), iniziativa a supporto dello sviluppo di startup nell’Information Technology, ideata da Teorema Engineering e realizzata in partnership con AREA Science Park e la collaborazione dell’Università di Trieste e di Microsoft.

  • Dario |

    Ho accompagnato mia madre alla Fisiomed in via Carducci a Trieste per fare la densitometria ossea, l’esame è durato circa 40 minuti. Nessuna invasività, e non ho rilevato alcun problema. Per quanto ne sappia la densitometria è l’esame “principe” per questo tipo di malattia.

  • Antonino Pecorella |

    Buongiorno vorrei sapere dove nel nostro sud ci si può recare per fare questo esame…
    Grazie…. Pecorella Antonino.

  • Gabriella Soave |

    E’ possibile sapere se questo test oggi, a distanza di 1 anno da questo articolo, è disponibile e dove ?
    Grazie,
    G. Soave

  • maria antonietta era |

    Diagnostica rivoluzionaria che studia l’architettura scheletrica e l’elasticita’ ossea.

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