Non avete idea di quanti prodotti si possano fare con la bava di lumaca: integratori, creme, sciroppi. Perfino rimedi per quel problema maschile tipicamente associato a pasticche blu. Catia Accadia, 49 anni, è una socia fondatrice di Geonature, base a Roma, cooperativa che conta ormai circa 400 associati su tutto il territorio nazionale. Il 70% sono giovani, che si sono fatti tentare dalla elicicoltura: “Ma non è mica così semplice”, racconta.
Catia aveva una agenzia matrimoniale: “In 12 anni di onorato servizio ho messo insieme circa 800 coppie e sono ancora in contatto con tantissimi di loro”, racconta. Ha anche scritto un libro, “Dio li fa – Io li accoppio”. Il lavoro mi piaceva, poi è arrivato un colosso come Meetic, online, un canone bassissimo che mi metteva fuori mercato”.
Le lumache sono semplici, e si vendono, le avevano detto: “Abbiamo iniziato con i metodi tradizionali, e le cose andavano malissimo: allevare all’aperto può essere un incubo, soprattutto se arriva un’estate caldissima e gli animali muoiono”. Catia e i suoi soci hanno deciso di imparare, e sono andati direttamente alla fonte: Francia, Italia, Spagna, Lituania, Polonia: “In Francia abbiamo visto piccole fattorie autisufficienti grazie a più prodotti, bava e caviale di lumaca, ad esempio. Altri Paesi sono forti sulla gastronomia, dove arrivi a 2, 2,5 euro al chilo. La bava, invece, era il vero business, con un valore fino a 250 euro al chilo”.
Rientrati in Italia, Catia e soci hanno progettato una macchina – il microphil – che raccoglie e microfiltra la bava prodotta dalle lumache che procedono su una sorta di pedana vibrante (non elettrificata). Con una marcia in più rispetto alla bava liofilizzata, ben più diffusa. Oggi Geonature progetta impianti, tipicamente destinati a chi ha già avviato l’attività e si è trovato nei guai perché le lumache (riproduttori) sono scappate, o sono arrivati topi e uccelli, o una bomba d’acqua ha rovinato tutto. Bava (richiesta a fini farmaceutici e cosmetici) e caviale (molto apprezzato all’estero) si producono invece al chiuso, usando vecchie stalle, box, casali.
La cooperativa si è attrezzata con un laboratorio che studia e mette a punto una quantità di prodotti diversi: anche per i disturbi maschili (impotenza) e femminili (menopausa), e poi per la gastrite e per la dieta, contro l’insonnia e per alleviare la depressione, per le ragadi e le vene varicose. E poi creme cosmetiche di ogni genere: “Nel team oggi abbiamo 12 persone, 8 sono addette alla ricerca e alla messa a punto dei prodotti, oltre che ai test necessari. Ora produciamo anche per conto terzi: creiamo la formula e la registriamo. Sempre più farmacie acquistano i nostri kit per produrre direttamente la bava: il resto del nostro mercato è all’estero, dove chi acquistava merce liofilizzata dall’Asia oggi cerca le proprietà assicurate da una lavorazione più rispettosa”. E il business procede, tanto lento quanto solido.