Semplice: protesteranno contro Trump. Ecco il primo miracolo di The Donald: era da tempo che negli Stati Uniti d’America non si prevedeva una manifestazione al femminile di queste proporzioni. Bianche e nere,intellettuali e operaie, immigrate dell’ultima ora e residenti da generazioni. Tutte le unisce, The Donald, con la sua retorica politicamente scorretta. Sabato le donne – ma anche gli uomini, i bambini, i transgender – sfileranno per le vie di Washington per la parità di genere, per i diritti legati alla riproduzione e per come tutto questo si interseca coi temi della razza, del genere, della distribuzione della ricchezza.
Il presidente Trump si insedia ufficialmente alla Casa Bianca venerdì? Le donne d’America gli danno il loro benvenuto il giorno dopo. Appuntamento nella tarda mattinata a Washington, tra Independence Avenue e la Terza Strada. Alla marcia hanno aderito icone del femminismo come Gloria Steinem e Jessica Chastain, ma anche artiste come Cher e Scarlett Johansson, Katy Perry e Patricia Arquette. E naturalmente Hillary Clinton.
E pensare che la marcia di queste donne è cominciata una mattina di novembre quando l’avvocato in pensione Theresa Shook, dal suo buen retiro alle Hawaii, sconvolta per la vittoria di Trump ha scritto sulla sua pagina Facebook: “e se le donne marciassero in massa nel giorno dell’inaugurazione del mandato presidenziale?”. Potere dei social: il giorno stesso no, m quello dopo sì. Di post in post, di like in like, di bocca in bocca, la provocazione della Shook è diventata un progetto, un sito internet, un appuntamento di massa.
Possiamo anche sostenerlo a distanza, acquistando a 25 dollari su internet una delle magliette commemorative dell’evento. I proventi andranno a finanziare là manie stazione stessa, ad oggi sono stati raccolti più di 670mila dollari.
Mai un presidente americano è stato così divisivo. Per questo le donne americane non saranno mai così tanto unite. Ci saranno tra di loro anche le prime elettrici di The Donald pentite della scelta?