Che cosa succede quando sono gli uomini a dominare il dibattito

brexit-3I vincitori della Brexit sono sembrati sorpresi quasi quanto il resto del mondo. Quello che alcune di noi hanno notato da lontano, e in particolare lo hanno notato in Australia le autrici del blog “Women’s agenda”, da cui questo articolo è liberamente tratto, è stata la mancanza di voci femminili coinvolte nel dibattito che ha portato alla scelta del “leave”.

Cameron, Johnson, il cancelliere Tory George Osborne e il leader dell’UKIP Nigel Farage hanno guidato le due campagne. Anche le celebrazioni dai campi del “leave” sono apparse affari a prevalenza maschile. Da quando però il dibattito si è concluso e il voto è arrivato, nella caduta sono emerse le voci femminili. Angela Merkel ha preso ancora una volta il palco, avendo a che fare con una nuova crisi UE, mentre la Prima Ministra scozzese Nicola Sturgeon ha cominciato ad avere spazio quando ha dichiarato che, visto che il 62% della Scozia ha votato per restare, potrebbe esserci una seconda votazione scozzese sulla possibilità di lasciare il Regno Unito. La BBC ha descritto Sturgeon come uno dei “pochi serving leader in queste isole che non stanno dando le dimissioni o subendo pressioni per farlo”.

Una cosa che potremmo quindi scoprire nelle prossime settimane e mesi è che, quando gli uomini dominano così pesantemente un dibattito tanto forte, possono inavvertitamente aprire le porte al potere femminile. Non è strano che, quando i partiti attraversano divisioni e fratture di questa portata, emergano opportunità per nuove generazioni o nuovi tipi di politici, che possono portare al tavolo qualcosa di nuovo e differente.

Ma, come ha scritto Sophie Walker, la leader del UK’s Women’s Equality Party: “Ora ci sarà una corsa a buttare via il vecchio. Ma portare il nuovo richiede un sacco di lavoro duro e di considerazioni. Significa fare spazio alle donne al tavolo delle decisioni. Significa avere il coraggio di instaurare una collaborazione positiva, per capire e fare spazio alla nostra diversità”.

Viene chiamata anche la “scogliera di cristallo”: quando la crisi è conclamata e sembra non esserci più nulla da perdere, si cerca una donna per tentare l’impossibile. Beh, noi siamo pronte, abbiamo molte idee e non ci dispiacerebbe essere “usate” anche prima delle crisi, anche se è evidente che oggi  questo tipo di lavoro non ci manca, da nessuna parte.